Creatività bambini: come proteggerla e svilupparla

creatività bambini
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Quando si parla di creatività bambini e adulti sono su due pianeti differenti: per i primi è un’attitudine naturale, per i secondi qualcosa che solo in pochi hanno la fortuna di avere.

Buckminster Fuller diceva che ciò accade perché nasciamo tutti dei geni e il processo di vivere ci de-genialiazza.

Quindi sembrerebbe che crescendo si diventi sempre meno creativi e sempre più pragmatici e razionali.

Plausibile?

Per testare la sua affermazione facciamo un esempio ipotetico.

Se prendiamo un foglio di carta, lo mettiamo davanti a un bambino o una bambina e diamo loro dei colori, nella maggior parte dei casi avremo una rappresentazione spontanea di qualcosa, tipo una casa, una giraffa, un aereo o… un alieno.

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Creatività bambini

Creatività bambini: un dono che si affievolisce nel tempo

Se però prendiamo lo stesso bambino o la stessa bambina 15 anni dopo, e mettiamo loro un foglio davanti… cosa credi che succederà?

Nella maggior parte dei casi, a meno che non abbiano una vena artistica, ti diranno qualcosa sulle linee di non so disegnare o non sono una persona creativa

Cosa succede allora in quel frangente di tempo che separa il bambino dall’adulto? 

O, in altre parole, cos’è che ci fa perdere questo dono, questa fragile creatività che tutti possediamo da bambini? 

La risposta, a mio avviso, sta nella parola stessa, fragile. 

La creatività dei bambini è fragile, perché viene persa facilmente nel tempo, nella la marea di regole e istruzioni che devono seguire, tra i mille Fai così, Sta seduta, Non Parlare, Fa il bravo e Così non si fa.

Viene inondata dalla paura di risultare ridicoli e sostituita dalla voglia di essere seri, anzi, dal vizio di prendersi sul serio.

Anche se più che un vizio, secondo me, si tratta di una sorta di… condizione psicologica che affligge, a diversi livelli, tutti noi, me incluso.  

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Leggi anche: Creatività e pensiero divergente, il futuro del lavoro

Prendersi troppo sul serio può bloccare la creatività

Non c’è scampo. Il mondo intero vuole che ognuno di noi sia serio.

Serio, nel senso di sa-il-fatto-suo. Serio, nel senso di preparatoSerio, nel senso di rispettato

Il fatto è che, più ci si prende sul serio, a volte, e più si rischia di non essere rispettati, di rimanere impreparati e… ignari-del-fatto-proprio. 

Il motivo

Chi si prende troppo sul serio tende a voler fare tutto bene e subito, altrimenti meglio non fare nulla. 

Per questo non rischia, non si espone, non crea nulla di nuovo e spesso, purtroppo, non cresce

Prendersi sul serio, dunque, blocca il canale della crescita perché impedisce alla creatività di diventare curiosità, alla curiosità di diventare passione, alla passione di diventare talento, e al talento di diventare lavoro. 

E adesso tu mi dirai, e che ci fa? Tanto mica voglio fare il creativo nella vita. 

Al che io rispondo, ci fa, ci fa. E come se ci fa. 

La creatività non serve solo a fare quadri astratti e a comporre sinfonie.

Essa ha un scopo soprattutto pratico in quanto è quella capacità, onnipresente tra i più piccoli, che ci permette di vedere tutto con occhi nuovi.

È la soluzione non scontata al problema, è il pensare fuori dagli schemi, fuori dalle norme, fuori dai recinti mentali che ci vengono inculcati da piccoli e da grandi.

È il lampo di genio che ti fa trovare la scappatoia quando ci sono soltanto muri intorno a te.

Parlando di creatività bambini e adulti sono allora diversi ma anche uguali, in quanto più un adulto riuscirà a rimanere legato al suo bambino interiore e più potrà vivere la vita in modo creativo.

Cosa succede quando una bambina si prende troppo sul serio: un caso

Ho una bambina in classe, chiamiamola Alice, che ha il terrore di sbagliare, e che a 8 anni è già colpita dalla sindrome della serietà precoce. 

Se c’è un interrogazione Alice si fa prendere dal panico e va in bagno a vomitare dal nervosismo. Altre volte, se c’è una verifica, non viene neanche a scuola.

Ci sono molte, troppe aspettative a gravare sulla sua innocente testolina. Si è convinta che il suo valore di persona sia direttamente proporzionato al valore, temporaneo e arbitrario, del voto

Così, per non rischiare di perdere questo valore, per non essere meno, per non sembrare poco qualificata, o poco seria, Alice evita le sfide.

Copia dai compagni anche quando i compagni sanno meno di lei. Non alza mai la mano neanche quando saprebbe la risposta. E cerca sempre di non attirare l’attenzione

La sindrome della serietà precoce soffoca la creatività di bambini come Alice, li rende allergici agli errori, incapaci di testare le proprie capacità sul campo e, nei peggiori casi, incapaci di scoprire sé stessi. 

Con questo voglio dire due cose – la prima delle quali è abbastanza radicale.  

1. I voti, soprattutto nella scuola primaria, non servono. Sì, andranno bene per motivare qualcuno ma, a lungo andare, non aiutano i bambini a sviluppare un senso di autostima che sia indipendente dall’esterno e andrebbero eliminati laddove possibile. 

2. La creatività è un’attitudine che tutti hanno da bambini, un’attitudine che favorisce la crescita tramite un processo di prova ed errore.  

Se sin da subito puniamo l’errore scoraggiamo la prova, inibiamo la creatività e rallentiamo la crescita stessa. 

Leggi anche: Cos’è la creatività, 5 consigli per svilupparla

Creatività bambini: come stimolarla

La soluzione?

La creatività dei bambini va stimolata e protetta:

  • incoraggiandoli a dare risposte sbagliate;
  • chiedendogli di fare disegni brutti, di scrivere sopra le linee, sotto le linee, al di là delle linee;
  • chiedendogli di inventare stupide storie e di immaginare possibili scenari;
  • facendo sì che siano capaci di accettare col sorriso i loro sbagli, che siano sempre in grado di lasciarsi andare e di fidarsi delle loro idee.

Ricordate loro di rompere le regole di tanto in tanto, di inventare il titolo di un tema originale e di trovare il modo migliore di portare a termine un compito senza dare istruzioni.

Fateli sperimentare

Perché se sperimentano con i piccoli problemi da piccoli saranno in grado di sperimentare con i grandi problemi da grandi, quando la vita gli lancerà addosso di tutto e non ci sarà più nessun insegnante a dirgli come fare a scansarsi.

Lettura consigliata: Scuola creativa, manifesto per una nuova educazione, di Ken Robinson

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