Amori romantici e cinema, quello che i film non ti dicono sull’amore

amori romantici scena notting hill
Condividi

È abbastanza facile da notare quanto gli amori romantici nei film siano diversi dagli amori romantici nella vita reale.

Se hai mai visto una commedia romantica avrai sicuramente familiarità con scene di dichiarazioni d’amore in pubblico, corse all’impazzata verso l’aeroporto, baci appassionati sotto la pioggia.

Ti sarà anche capitato di vedere una di quelle scene dove due sconosciuti si incontrano per la prima volta in un luogo affollato e tutt’ad un tratto l’universo intorno si ferma, violini iniziano a suonare, gli occhi si riconoscono, come se sapessero che da quel momento in poi nulla sarà più come prima.

Insomma, gli amori romantici sullo schermo hanno un’intensità e una bellezza che riesce a farci sognare, farci sperare che un giorno la stessa cosa possa capitare a noi.

La nostra percezione dell’amore viene così influenzata fino a far elevare le nostre aspettative e a farci pretendere niente di meno che un “…e vissero felici e contenti”.

Leggi anche: Insicurezze in amore, perché superarle salva la relazione

Quanto sono realistici gli amori romantici nei film?

Ma quant’è plausibile questa visione? Quant’è realistica questa speranza?

A mio parere, uno dei fattori che a volte rende difficile vivere amori romantici nella vita reale è la concezione stessa che abbiamo dell’amore, soprattutto a causa del modo in cui ci viene presentato nei film.

Prendiamo la classica commedia britannica “Love Actually per esempio.

In essa ci sono diverse storie d’amore e tutte nascono senza che ci sia nessun dialogo, ovvero senza che venga approfondita la conoscenza dell’altra persona:

  • Uno scrittore s’innamora della donna delle pulizie pur non parlando la sua stessa linguaquando, successivamente, impara un po’ di portoghese, lo fa per chiederle di sposarlo.
  • Il primo ministro inglese (Hugh Grant) si innamora dell’assistente appena dopo averle stretto la mano.
  • Un bambino si innamora della ragazza più popolare della scuola senza che lei sappia nemmeno della sua esistenza, e suo padre (Liam Neeson) rimane fulminato dalla madre di un compagno di scuola (Claudia Schiffer) subito dopo essersi presentati.
  • Un fotografo è follemente innamorato della moglie del suo migliore amico pur non avendo mai approfondito il rapporto con lei. Alla fine, in una famosa scena del film, le dichiara il suo amore sulla porta di casa sua, la vigilia di natale, mentre il marito (sempre il suo migliore amico) è nell’altra stanza.
Amori Romantici - love actually

Leggi anche: Cosa succede quando si impara ad ascoltare il cuore

Il rischio di credere agli amori romantici che ci mostra il cinema

La lezione che se ne trae da film del genere è che l’amore è sostanzialmente una questione di attrazione fisica, un sentimento irrazionale che ti travolge senza che tu possa controllarlo, qualcosa che, nella sua forma più vera, dura in eterno e “riempie” la tua esistenza.

Il rischio di adottare una visione del genere è che potrebbe farci andare fuori stradadistorcere le nostre aspettative e rendere più difficile riconoscere un tipo di amore diverso, un amore più reale.

Perché in verità l’amore non è soltanto un sentimento, non è eternamente passionale, non è solo attrazione fisica, non monopolizza l’intimità delle relazioni, non fa sentire perennemente apprezzati e amati, non fa sentire automaticamente inclusi e meno soli. 

Un amore che rispettasse questi presupposti sarebbe un amore troppo bello per essere vero, un amore che non richiederebbe nessuno sforzo, un’amore piatto e mono-dimensionale.

Sarebbe sostanzialmente la versione adulta e romanticizzata dell’amore incondizionato che speravamo di avere o che abbiamo avuto da piccoli dai nostri genitori.

Da grandi, invece, l’amore diventa la somma di due desideri, di due bisogni diversi, il nostro e quello dell’altra persona.

Diventa una promessa reciproca, la promessa di tenere a bada la tendenza tutta umana di pensare solo a sé stessi. 

E sta qui la difficoltà più grande.

È questa la parte di storia che i film romantici non sempre ti fanno vedere, la sfida che inizia dopo la fase della conquista, dopo il primo “ti amo” e dopo i titoli di coda.

Leggi anche: Cos’è l’amore e quando si ama veramente

Quello che i film romantici non ti dico sull’amore

Quello che i film non ti dicono è che dopo aver detto “ti amo” per la prima volta bisogna trovare il modo di continuare a dimostrarlo.

Che dopo il primo bacio o la prima notte insieme bisogna impegnarsi per mantenere viva l’intimità.

Che l’attrazione fisica non basta a mantenere vivo un rapporto, che serve anche avere valori in comune, un simile senso dell’umorismo, una simile visione della vita, un obiettivo condiviso, simili interessi.

Quello che i film non ti dicono è che le liti di coppia spesso nascondono un bisogno frustrato non espressamente comunicato, e che si ripetono fino a quando questo bisogno non verrà rispettato e soddisfatto.

Il cinema non ti mostra la vera imperfezione, non ti dice che il tuo partner avrà dei difetti e, soprattutto, non ti insegna ad accettarli e ad amarli.

Non c’è film che ti dica cosa fare quando ti sentirai solo/a, o come comunicare le tue frustrazioni senza biasimare l’altro.

Quello che i film non ti dicono è che l’amore nella vita reale è complicato, a volte più banale, ma nel complesso molto più vero, molto più bello.

Non ti dicono che le aspettative vengono spesso disattese quando si pretende che debba essere l’altro a comprenderci e a doversi prendere cura di noi.

Non ti dicono che il romanticismo è importante ma che bisogna anche pensare alle piccole cose pratiche che aiutano a vivere meglio la relazione, come trovare il tempo da dedicare all’altro, ascoltarlo, dare peso ai suoi desideri, anche quando non coincidono con i nostri.

amori romantici - 500 days of summer

Leggi anche: 30 domande da fare per conoscere meglio una persona

Il romanticismo estremo può uccidere l’amore vero

È significativo che, nonostante i buoni propositi e le promesse di amore eterno, i matrimoni durino in media 17 anni.

Ed è ancora più significativo che le coppie che si sposano a San Valentino abbiano più probabilità di divorziare rispetto e quelle che scelgono un’altra data.

Ci fa capire che (statisticamente) più peso si dà al romanticismo estremo e meno si sarà in grado di risolvere i problemi quando arriveranno.

Ci fa capire che c’è una linea di separazione tra le risoluzioni e le azioni, tra le intenzioni e la realtà dei fatti, tra quello che si vorrebbe l’amore fosse, e quello che è.

C’è forse la necessità di una rivalutazione dell’amore dunque, un modo diverso di vedere le cose che aiuti a vivere il rapporto in modo più consono a quella che è la realtà delle dinamiche relazionali.

Il punto centrale qui è che ci si aspetta troppo dall’amore e troppo poco da sé stessi.

Si tende ad addebitare le colpe dei fallimenti e delle incomprensioni all’altro, o alla mancanza di amore, e ci si dimentica di valutare con obiettività le proprie azioni, o di assumersi le proprie responsabilità.

Infine, il romanticismo estremo ci impedisce di apprezzare appieno la quotidianità e l’ordinarietà dell’amore, senza le quali non può esserci nessuna relazione duratura e solida.

È ovvio che i film possono mostrare solo i punti salienti di una storia, che non possono mostrare i momenti più blandi di una vita di coppia come il fare la spesa insieme o il passare una sera in pigiama davanti la TV.

Eppure nella vita reale sono questi i momenti più importanti, quelli che rappresentano la parte più consistente di una storia.

Se non si impara a stare bene con una persona quando non c’è nulla di straordinario o romantico attorno a noi, allora l’amore sarà qualcosa che si potrà vedere solo nei film.

Lettura super consigliata: L’arte di amare di Erich Fromm

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *