5 modi per iniziare a credere in se stessi

credere in se stessi
Condividi

Detto un po’ bruscamente, senza credere se stessi non si va molto lontano.

Non tanto per il fatto che ogni esame, colloquio, appuntamento, concorso o sfida diventa fonte di eccessivo stress, ma perché vivere con la mancanza di fiducia nelle proprie capacità è estenuante.

Si finisce per cercare scorciatoie facili, aiuti, appoggi, raccomandazioni.

E quando non riusciamo perché non ci aiutano, o le cose non vanno come vorremmo, ci si lamenta, si critica, si biasima, si piagnucola.

7 caratteristiche di coloro che non sanno credere in sé stessi

Se non ti sono familiari questi scenari eccone altri comuni a coloro non sanno credere in se stessi:

1. Fatica nel prendere decisioni

Da quelle più semplici a quelle più complesse che coinvolgono altre persone. Si tende a procrastinare fino all’ultimo per poi raccontare scuse per giustificare il “non agire”.

2. Tante idee, poca azione

Chi non ha fiducia in se stesso vuole fare tanto ma alla fine fa poco o nulla. Quando non vede subito un risultato sperato rinuncia per passare a un altro progetto.

3. Paragone con gli altri

Si diventa vulnerabili all’invidia degli altri, che vengono visti come migliori, più capaci, intelligenti, ricchi o fortunati.

4. Timidezza e imbarazzo

Soprattutto quando ci si trova in mezzo a sconosciuti e non si riescono a esprimere idee o pensieri, accettando spesso passivamente le idee altrui.

5. Senso di inevitabilità della propria situazione

Senza credere in se stessi non si può pensare di poter cambiare, quindi il mantra personale diventa, chi nasce tondo non muore quadrato.

6. Forte tendenza alla (auto) critica

Si passa molto tempo a pensare a quello che non si è riuscito a fare o che non si è fatto. Quando non si riesce più a dare la colpa a se stessi per quello che non va si dà la colpa agli altri.

La negatività che scaturisce da questo stato mentale rende impossibile trovare la forza di cambiare le cose.

7. Senso di essere “non abbastanza”

Il non credere in se stessi va di pari passo con la convinzione di non meritare la felicità e di non essere abbastanza per vivere esperienze significative come l’amore vero.

Leggi anche: La dipendenza affettiva: come riconoscerla per ritrovare se stessi

Cosa si può fare per cominciare a credere in se stessi

Sono in tanti a non sapere come rispondere a questa domanda esistenziale.

La soluzione richiede una presa di coscienza delle proprie capacità e anche il coraggio di affrontare gli errori senza nascondersi.

Per alcuni viene, invece, molto più facile fare l’opposto, ovvero dire frasi del tipo “la colpa non è mia cosa ci posso fare?”.

E sta qui il nodo cruciale.

Spesso ci troviamo a parlare di colpa, ma se correggiamo queste cinque lettere con la parola responsabilità, tutto cambia.

Cambia la reazione agli eventi “sfortunati”, che non piacciono. Si passa dal voler cercare un colpevole a tutti i costi al cercare la lezione da imparare.

Perché spesso non esistono colpevoli, le cose vanno come devono andare e l’unico modo di uscirne sani è credere in se stessi, aver fiducia nella propria forza e resilienza.

Leggi anche: 5 libri per capire se stessi e aumentare l’assertività

5 modi per rafforzare l’autostima

Ci sono diversi metodi per rafforzare l’autostima necessaria per credere in sé stessi:

1. Nuove abitudini

Le abitudini, sia di pensiero che di azione, sia buone che cattive, influiscono sulle decisioni che plasmano la nostra vita.

Esse sono schemi mentali e comportamentali che acquisiamo col tempo a causa dell’esposizione che abbiamo fin da piccoli al nostro ambiente.

Siamo esseri “aperti” che scambiano informazioni con l’esterno e i messaggi che riceviamo crescendo possono essere decifrati in modo tale da diventare convinzioni limitanti o abitudini distruttive.

Pensa alla ragazza che vive solo relazioni disfunzionali perché non ha avuto un padre presente, o al ragazzo che non riesce a uscire di casa perché ha avuto genitori eccessivamente protettivi.

Le abitudini considerate come modello di comportamento incidono anche nei più piccoli comportamenti che tendiamo ad adottare senza saperne il motivo, solamente perché ci è stato insegnato o lo abbiamo imparato imitando gli altri.

Essendo poi un’abitudine una ripetizione che si protrae nel tempo, piccole variazioni che inseriamo nella nostra quotidianità possono generare grandi rivoluzioni.

Come quando si decide di smettere di fumare: si inizia con il resistere alla tentazione di accenderne una, poi si ripete con le altre per un giorno, poi una settimana, poi un mese, fino a quando la nuova abitudine (il non fumare) sembra più normale della vecchia.

Si può seguire lo stesso principio con la tendenza a imprecare contro gli automobilisti nel traffico o con l’abitudine di mangiare dolci la sera.

Sostituire piccoli vizi del genere aiuta ad acquisire fiducia nella propria forza mentale e credere maggiormente nel proprio potenziale.

2. Disciplina e remunerazione

La disciplina ha un po’ una brutta nomina.

Fa pensare all’insegnante rigoroso che ti sbatte la bacchetta sulle mani perché non hai saputo ripetere la lezione a memoria.

Sa un po’ di restrizione della libertà e abnegazione.

Invece quando la disciplina viene da dentro e viene messa al servizio di obiettivi utili diventa un arma micidiale.

Ne hai bisogno per svegliarti presto al mattino e lavorare al tuo nuovo progetto imprenditoriale o per sviluppare un metodo di studio che ti aiuti a dare l’ultimo esame all’università.

La disciplina è strumentale al successo e a ogni tipo di cambiamento positivo.

Essa richiede solo un minimo sforzo per sconfiggere l’inerzia che si prova nel cominciare ogni cosa.

Una volta superato questo scalino, una volta cioè che sei riuscito ad alzarti dal divano per andare in palestra o completare il tuo CV, arriva poi il momento di festeggiare e concederti dei premi.

Questo è il risvolto della disciplina che non viene considerato dall’immaginario collettivo, la fase di riuscita, il senso di realizzazione che si prova nell’aver sconfitto l’apatia.

È una sensazione meravigliosa che auguro a chiunque, specialmente a coloro che credono poco in se stessi e sono un po’ bloccati in questo momento.

credere in se stessi

3. Perdere l’equilibrio

Immagina di stare fermo nella tua posizione. Ci hai messo del tempo a trovarne una che ti stia bene, quindi perché cambiare? 

Non c’è bisogno di sprecare energie, la TV è accesa, il divano è comodo, la copertina ti tiene al calduccio.

Adesso immagina che qualcosa irrompe nel tuo equilibrio e ti disturba.

Magari una finestra aperta o il citofono che suona o la corrente che va via.

Che fai? Ti alzi, ti muovi, metti un piede a terra e ti adoperi per gestire il fattore di disturbo.

La stessa cosa accade nella vita reale quando dobbiamo gestire, o creare, dei cambiamenti.

Passiamo da una situazione di stasi a una di movimento, da una di equilibrio a una di squilibrio.

Ed è in questo squilibrio che, inconsapevolmente, ci evolviamo. Non nell’equilibrio.

Nell’equilibrio, nella confort zone, tutto è fermo e nulla migliora.

Nello squilibrio si prova tensione e si è costretti a muoversi, a darsi una mossa.

Cosa che non garantisce riuscita al 100% ma senza la quale, è garantito, non esiste progresso.

Leggi anche: Imparare a provare gratitudine è l’antidoto contro l’infelicità

4. Trovare lo scoglio più grande… e superarlo

Questa è un’immagine che evoco quando ho urgente bisogno di credere in me stesso.

Ho girato molti mari e mi sono sempre soffermato a guardare questa scena: l’acqua che si infrange incessantemente sugli scogli lucidi e più sbatte più si forma schiuma e l’onda si ingigantisce. 

Ma c’è sempre un’onda più alta di tutte ed è sempre quella che si infrange sullo scoglio più grosso. 

Buttati con tanta energia sull’ostacolo più alto che trovi sul tuo cammino perché più lo scoglio è grande e più l’onda vola in alto.

Trova dunque ciò che ti fa più paura, che ti sembra più insormontabile, e preparati ad affrontarlo.

5. Accettarsi

Veniamo alla cosa più importante per arrivare a credere in sé stessi: l’accettarsi così come si è.

È forse la strategia meno coinvolgente questa, ma presuppone il maggior livello di maturità.

Perché non è affatto vero che puoi essere qualsiasi cosa nella vita. Ci sono cose che saprai fare meglio e altre che sarai fare peggio.

Capire e accettare chi si è veramente vuol dire riconoscere i propri limiti e individuare in quali settori è meglio concentrare i propri sforzi.

Se segui la tua natura, e ti comprendi, un giorno potrai provare la soddisfazione di aver fatto le scelte giuste, potrai permetterti il lusso di fregartene di quello che fanno gli altri.

Quindi non avere l’ansia di diventare migliore di qualcun altro, ma pensa a individuare, accettare e migliorare te stesso.

Cosa (o chi) diventerai una volta imparato a credere in te?

Credere in sé stessi è una delle poche cose che ci può far provare l’emozione di avere il controllo sulla nostra vita.

Gestire le nostre azioni in funzione delle nostre emozioni potrà diventare la soluzione che stavi cercando da tempo per stare meglio.

Il gioco vero, quello che funziona è “diventare la persona che serve per ottenere ciò che vogliamo” e questa formula è spendibile in ogni campo della nostra vita.

Credere in sé stessi significa avere la coscienza di essere un potenziale in continuo movimento, capace di trasformarsi a seconda delle necessità.

Tutto questo parte da una semplice domanda: chi vorresti diventare se avessi la convinzione di poter fare tutto quello che vuoi?

La risposta dipende solo da te, credici…

…anche perché se non sei tu il primo a farlo, nessuno lo farà, perché come diceva un grande saggio:

L’unica persona che sei destinato a diventare è la persona che decidi di essere.

Ralph Waldo Emerson

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *