Cosa fare quando si è tristi e giù di morale

cosa fare quando si è tristi
Condividi

In quest’articolo voglio parlare di cosa fare quando si è tristi perché, seppur sia normale nella vita avere momenti bui, non è necessario rimanerci.

Se viviamo come in un’altalena che ci porta da un momento di gioia a uno di tristezza, l’approccio più sbagliato in assoluto sarebbe provare a evitare completamente la tristezza, rendere tutto monotono, positivo e felice.

Come infatti ci mostra il film Inside Out, aspirare alla gioia perenne è una strategia fallimentare: molto più utile è accettare il fatto che la tristezza ha uno scopo e concentrarsi sul capire qual’è.

Per chi non l’avesse visto, Inside Out è la storia del mondo interiore di Riley, una bambina che vive la difficile situazione di trasferirsi dal Minnesota, dov’è nata e cresciuta, a San Francisco.

Nel film le emozioni di Riley sono personificate da cinque personaggi: Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura, ognuna delle quali influenza il suo modo di agire attraverso una console nel suo cervello.

cosa fare quando si è tristi
Cosa fare quando si è tristi: Inside Out

Il valore della tristezza

Il messaggio dietro la storia di Riley è che dentro ognuno di noi esiste una interazione tra diverse spinte emotive.

In altre parole, non siamo esseri monocromatici, non abbiamo un solo colore, non siamo guidati da una singola emozione.

Nonostante si parli spesso di felicità come se fosse un luogo da raggiungere e in cui rimanere, la verità è che essa è solo una componente delle nostre vite.

Se comprendi un’affermazione del genere comprenderai anche che la tristezza è il suo contraltare, e in quanto tale fa parte di noi quanto il suo opposto.

Non è un ospite indesiderato da buttar via di casa, da zittire, da sopprimere, ma ha una funzione e un valore.

Il modo migliore di combattere la tristezza non è allora allontanarla o fuggire ma comprendere questa funzione e poi agire in accordo con essa.

Leggi anche: Infelicità e desideri, la trappola del modello SE-ALLORA

La funzione della tristezza

Ogni emozione ha una sua funzione biologica ed evolutiva.

  • La paura serve a essere più allerti e pronti alla fuga.
  • La solitudine serve a trovare se stessi e far apprezzare la compagnia.
  • La rabbia serve a proteggere dalle ingiustizie.
  • L’invidia serve a valutare meglio il proprio valore.
  • La felicità serve a capire cosa ci fa stare bene.

E la tristezza… la tristezza serve riscoprire le vere priorità della nostra vita.

Quando si è tristi si tende a giudicare meno, si è meno suscettibili a reazioni impulsive, si diventa più riflessivi.

In uno stato d’animo del genere si acquista la capacità di provare empatia, si riconosce più facilmente la fragilità altrui, si viene a contatto con la propria.

Per questo motivo nel film Riley ritrova se stessa quando, osservando i suoi ricordi, ne trova uno in cui fu confortata dai suoi genitori.

In quel momento la sua tristezza divenne un collante che la portò a sentire la vicinanza di mamma e papà, e in quella vicinanza la sua felicità divenne completa.

Il messaggio qui è:

Non può esserci felicità senza tristezza, e viceversa.

La tristezza ci rende più umani, ci rende più veri, ci aiuta a rivederci nell’altro.

Con questo pensiero in mente, qual’è lo scopo della tua tristezza?

Cosa pensi di te stesso e degli altri quando sei triste?

Cosa ti servirebbe per dissolvere il tuo malessere?

Leggi anche: Il vero significato del rancore, la storia dei due monaci

Il messaggio della tristezza

Se sei triste, non concentrarti su come eliminare questo stato d’animo, chiediti come puoi sfruttarlo e cosa ti sta dicendo.

Se nei momenti tristi provi a distrarti o, peggio ancora, ad annacquare l’emozione con l’alcol o la televisione, non fai altro che fare un danno a te stesso/a.

La tristezza potrebbe essere lì per dirti di cambiare strada, potrebbe voler farti capire che tieni particolarmente a una persona che hai voluto allontanare, potrebbe portare il messaggio di tornare a casa.

Prima di pensare a come combattere la tristezza considera l’idea di ascoltare cosa vuole dirti e poi usala nel prendere decisioni importanti.

Personalmente, la nostalgia di casa mi ha portato a decidere di lasciare gli Stati Uniti per tornare in Europa, ha guidato le mie scelte lavorative e alla fine mi ha portato a essere meno triste e più soddisfatto della mia vita.

Perché, per me come per te, una volta accettata la propria tristezza si esaurisce un conflitto interno che, per sua natura, rende impossibile trovare la propria serenità.

cosa fare quando si è tristi

Leggi anche: Cos’è la resilienza e come svilupparla.

Come combattere la tristezza, l’approccio mentale

Direi che ci sarebbero due step principali nel nostro approccio al come combattere la tristezza: uno mentale e uno pratico.

Quello mentale comporta un lasciar andare, un non-opporre resistenza.

Quello pratico vuole invece trovare attività concrete da fare per tirarsi su di morale quando è arrivato il tempo di scrollarsi la tristezza di dosso.

Il messaggio centrale qui è che se accogliamo la varietà delle nostre emozioni saremo capaci di dare spazio a pensieri più costruttivi e più utili al nostro benessere.

Se vuoi dunque sapere cosa fare quando sei triste eccoti una prima risposta:

Se sei triste, sii triste.

Allo stesso modo:

Sei sei arrabbiato, sii arrabbiato.

Se hai paura, abbi paura.

Se sei nervoso, sii nervoso.

Non esistono bacchette magiche che possono far scomparire una sensazione sgradevole.

Ma esistono strategie mentali per cambiare prospettiva e vedere la situazione che ci ha resi tristi in un’altro modo.

Forse oggi sei triste perché non sei soddisfatto di un particolare aspetto della tua vita o perché ti manca qualcosa.

E forse lo sarai anche domani.

Ma, a meno che non vorrai essere depresso a vita, dovrà necessariamente arrivare un momento in cui ti stancherai di piangerti addosso e userai la tua tristezza come motivazione per cambiare qualcosa.

Tutti lo fanno prima o poi, tutti imparano a cambiare la propria vita grazie alla frustrazione causata da ciò che non va.

Quando sei triste, quindi, datti tempo.

Accetta di stare come stai e lascia che l’emozione venga e vada via con i suoi tempi.

Poi, prova a parlarne in modo tale da non esprimere risentimento nei confronti di te stesso, cioè, non sentirti in colpa per essere triste, ma, piuttosto, ammettilo apertamente, a te stesso e agli altri.

Prima lo ammetterai e farai pace con l’idea e prima la tristezza stessa andrà via.

Gestire le emozioni

È una verità confermata dall’esperienza e dalla scienza che quando proviamo a resistere le emozioni negative le rafforziamo.

Le emozioni non si combattono, non si giudicano, non si accusano.

Al contrario, le emozioni si comprendono, chiedendosi da dove vengono e dove vogliono andare, chiedendosi il motivo della loro comparsa.

Avendo fatto diversi anni di terapia in passato posso dire con certezza una cosa, esiste una quantità preziosissima di informazioni dietro emozioni ricorrenti come la tristezza.

Informazioni che riguardano noi stessi, chi siamo, come siamo arrivati a fare le scelte che abbiamo fatto, a essere chi siamo diventati.

Questa è la prima soluzione migliore al problema del come combattere la tristezza: non combatterla, tuffatici dentro, amala, usala per riconnetterti con la tua strada e le persone che ami.

Perché la tristezza va di pari passo con la vulnerabilità ⇒ la vulnerabilità aiuta a essere più sinceri e ad avere relazioni più vere ⇒ la sincerità insieme a relazioni più vere aiuta a vivere più felici.

Ergo, essere tristi serve, in parte, anche a essere felici.

Leggi anche: Si può vivere con poco ed essere felici

Cosa fare quando si è tristi: consigli pratici

Ok, abbiamo affrontato il lato più esistenziale e filosofico del “problema” della tristezza, passiamo adesso a dei consigli pratici.

È ovvio che non tutti funzioneranno per tutti, ma penso sia lo stesso utile farsi un idea di cosa fanno gli altri quando si sentono tristi e giù di morale.

Per me per esempio, la tristezza è un po’ come una stanza vuota dove entro di tanto in tanto e dove smetto di essere indaffarato e preoccupato per il mio futuro.

Quando sono triste, sono triste, mi siedo sul divano, mangio un gelato, guardo un film, evito di muovere un singolo muscolo.

A volte navigo su internet o leggo un libro per vedere se altre persone hanno passato quello che sto passando io e, quando trovo esperienze simili, mi sento meglio perché vuol dire che non sono così anormale dopo tutto.

Altre persone fanno altro per sentirsi meno tristi:

  • fanno sport;
  • fanno shopping;
  • chiamano un amico o un’amica;
  • fanno una passeggiata;
  • vanno al cinema;
  • si concedono un hamburger con delle patatine fritte;
  • si concedono un massaggio;
  • guardano vecchie foto nell’album dei ricordi;
  • fanno giardinaggio;
  • ascoltano musica.

Seppur si possono fare un sacco di cose per smettere di essere tristi mi preme ricordare che queste vengono dopo.

Se ogni volta che ci sentiamo giù ci distraiamo con un film o una serie TV non avremo risolto molto perché la tristezza non sarà stata vissuta appieno.

Il consiglio finale è quello di seguire entrambi gli step: accetta e comprendi la tua tristezza e poi, solo poi, fa qualcosa per dirigere la tua attenzione ad altro.

Leggi anche: Conoscere se stessi è la sfida più importante della nostra vita

Lettura consigliata: Addio tristezza!

Parliamo spesso e tanto di depressione, ma quasi sempre lo facciamo a sproposito.

La vita è fatta di alti e bassi ed è assolutamente normale sentirsi giù, ogni tanto.

In questo libro, il professor Lejoyeux ci spiega come fare a distinguere la normale tristezza dalla vera depressione, perché oggi più che mai è necessario un nuovo modo per vivere e comprendere le emozioni negative che spesso ci opprimono

Prezzo Kindle €9,99

VIDEO: Breve Storia della Malinconia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *