Lamentarsi: 2 semplici domande da fare per smettere di farlo

lamentarsi
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Lamentarsi è una delle reazioni più immediate ai problemi della vita, e smettere di farlo richiede che prima si comprenda perché lo facciamo.

Per esempio, pensa a tutto quello che ti fa innervosire o indignare.

Per me sarebbe sacchetti di spazzatura che deturpano paesaggi naturali, sprechi di denaro pubblico, negligenza, automobilisti incivili, politici incompetenti, ecc.

Cosa si può fare?

In teoria risponderei che bisognerebbe sbracciarsi le maniche, ripulire le aree inquinate, battersi per un paese più equo e protestare.

Nella pratica non saprei da dove cominciare, e poi non ho tempo quindi… mi lamento.

Lamentarsi è un attività dal gusto strano, un po’ dolceamaro.

Da un lato è qualcosa di palesemente brutto, qualcosa che chiunque non esiterebbe a dire che non sa da fare.

Dall’altro però è piacevole, ha un sapore buono anche se sai che, alla lunga, nuoce alla salute, un po’ come un hamburger di McDonald’s.

Adesso, non mi interessa riportare ovvietà sull’esigenza di lamentarsi di meno e agire di più.

Invece voglio parlare del perché lamentarsi è così attraente e del perché lo facciamo a dispetto della consapevolezza della sua inutilità.

Perché a molti piace lamentarsi?

Prendiamo ad esempio l’inciviltà di alcune persone.

Quando guardo gente buttare carte per terra o guidare in modo indisciplinato succede qualcosa dentro di me.

Se reagisco lamentandomi, indignandomi, metto me stesso su un piedistallo, mi de-responsabilizzo, mi separo dagli altri e mi sento diverso da loro, in meglio.

  • Lo stesso, forse, vale anche per te, quando ti lamenti di chi non sa guidare indirettamente dici di essere migliore alla guida;
  • Quando ti lamenti di chi non sa educare i figli indirettamente dici di essere un miglior genitore;
  • Quando ti lamenti di chi inquina indirettamente dici di aver maggior rispetto per la natura.

Lamentandoti quindi non fai altro che raggiungere un senso di superiorità non solo grazie ai tuoi pregi e ai tuoi talenti, ma anche mettendo in evidenza le mancanze altrui.

Per questo è lamentarsi è così comodo e facile da fare, per questo piace.

lamentarsi
come smettere di lamentarsi

La cosa da ricordare è che più ci si lamenta e più si creano i presupposti per un’immobilità mentale e fisica.

Il senso di superiorità provato da chi si lamenta non solo può essere parzialmente falso, ma anche deleterio.

È una distorsione che porta a vedere tutto storto all’esterno e mai niente all’interno.

Così ci dà l’autorizzazione a non fare nulla, a non crescere.

Perché nella mente di chi si lamenta sempre sono gli altri a dover cambiare, mai sé stessi.

Cosa fa una persona che si lamenta sempre?

Una persona che si lamenta sempre di solito passa molto tempo a non fare nulla di costruttivo, non riesce a cambiare nulla o ad avere un impatto positivo sulla vita di chi le sta attorno.

Presumo che se uno si lamenta sempre senza remore o freni diventerà completamente passivo, finendo per sentirsi una vittima, impotente.

Inoltre sarà probabilmente abbastanza infelice, in quanto sarà più abituata a trovare motivi per lamentarsi che motivi per essere grata di quello che ha.

Ovviamente si tratta forse di un caso estremo.

Ma è un caso estremo che serve a ricordare dove si va a finire seguendo la strada del biasimare gli altri per quello che c’è di storto nel mondo

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Ma basta lagne, passiamo alla soluzione.

Come si fa a smettere di lamentarsi?

Innanzitutto ricorda che lamentarsi è un vizio, come fumare o mangiarsi le unghie, e che anche se smettere di farlo non è semplicissimo, è fattibile.

Se dunque condividi l’esigenza di piantarla con i lamenti comincia col farti due semplici domande tutte le volte che sei di fronte a un problema:

1. Ho contribuito anch’io a questo problema?

2. C’è qualcosa che posso fare per migliorare la situazione?

Se la risposta a entrambe è fallo, fa qualcosa, e non solo non avrai più motivo di lamentarti ma ti assicuro che ti sentirai anche meglio.

Se la risposta a entrambe è no accetta il fatto che lamentarti non ti porterà da nessuna parte, ci sono cose che è meglio lasciar risolvere agli altri e non ha senso lottare contro tutto quello che c’è di sbagliato attorno a noi.

Se la risposta alla prima domanda è mentre alla seconda è no non hai scelta, devi perdonarti e imparare dall’errore per evitare di ricreare la stessa situazione in futuro.

Se infine non hai creato tu il problema ma puoi comunque fare qualcosa per risolverlo vale la soluzione di prima, fa qualcosa, dai il buon esempio, e vedrai che qualcuno ti seguirà.

A volte la cosa migliore che puoi fare è concentrarti sulle piccole azioni quotidiane che se moltiplicate per 1000 renderebbero il mondo un posto migliore.

A volte basta essere i primi a smettere di lamentarsi e a iniziare a fare per creare delle reazioni a catena che iniettano positività e determinazione nelle vite altrui.

Un’ultima cosa.

Puoi sempre trovare qualcosa di storto nel mondo o nelle persone, è facile.

Molto più difficile è porre l’attenzione su quello che c’è di giusto, trovare la bellezza nelle cose che diamo per scontate, nelle persone con cui viviamo ogni giorno.

Alla fine non siamo così impotenti come possa sembrare.

Un semplice cambio di prospettiva può fare miracoli nel migliorare il nostro stato d’animo e la nostra capacità di trovare soluzioni ai piccoli e grandi problemi della vita.

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LIBRO: Vietato lamentarsi

“Vietato lamentarsi” recita il cartello che papa Francesco ha appeso alla porta del suo studio. Quel cartello è un’idea di Salvo Noè, che ne ha fatto dono al Papa.

Il cartello, vero e proprio monito a vivere al meglio la propria vita, nasce dal lavoro di psicologo e psicoterapeuta svolto da Noè e ora è anche un libro.

Vuoi respirare un’aria nuova? Cerchi quella serenità e quella calma che aiutano ad affrontare meglio gli ostacoli e gli imprevisti della vita?

Attiva nella tua vita più entusiasmo, più gratitudine e più responsabilità, per sviluppare le tue potenzialità e il desiderio della gioia di vivere.Pur riconoscendo le difficoltà, non credo che tu possa trovare la soluzione nel lamento, bensì nella voglia di agire per cambiare in meglio la tua condizione.

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