Come riconoscere le tue manie di controllo e liberartene

manie di controllo
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Le manie di controllo ti fanno pensare a tutto.

Niente può andare storto, perché tu sei bravo, anzi sei meglio degli altri.

Ciò che pensi e che fai è perfetto.

Ormai di questo ne sei convinto da tempo e i fatti ti danno ragione.

Gli altri devono fare come te, pensare come te e non esiste che qualcuno abbia idee diverse.

La pena per chi trasgredisce? Quella massima. 

La pena capitale.

Una grande verità sulle manie di controllo

L’idea di poter controllare tutto e tutti è una falsità.

Adesso, sii sincero.

Quante volte ti sei arrabbiato con qualcuno perché non ha fatto come volevi tu?

Quante volte hai cercato di fare cambiare idea e pretendere di avere ragione?

Ogni volta l’ansia che qualcosa vada storto ti fa perdere il controllo e trasforma una discussione in un litigio dove vuoi per forza avere l’ultima parola.

 Le manie di controllo ti porteranno alla solitudine fino a rovinarti.

Adesso però, non disperare. Controllori non si nasce, ma si diventa.

Perché voglio controllare sempre tutto

Il bisogno di dover tenere tutto sotto controllo nasce da un tradimento  o un abbandono che potremmo aver subito da piccoli.

C’è chi non ha avuto le giuste attenzioni dai genitori, o si è trovato a giustificarne uno per difendere l’altro. Chi si è sentito responsabile delle liti familiari, senza avere la cura che si aspettava.

Cresce con l’idea che essendo lui la causa può esserne la soluzione al problema. Comincia ad avere una risposta a tutto. Vuole sistemare le cose, perché solo così chi sta intorno a lui può tornare ad essere felice.

La responsabilità è ancora più forte quando qualcuno gli chiede consigli. Si sente in dovere di aiutare, ma pretende che lo si ascolti.

Comincia così a dargli potere.

Questo potere negli anni cresce e lo estende a tutti agli aspetti della vita: il lavoro, gli amici, le relazioni amorose e la propria famiglia, fino a identificarsi in un controllore.

Leggi anche: Come capire gli altri e aumentare la propria intelligenza emotiva.

Le 5 caratteristiche del controllore

Se hai manie di controllo sarai spesso:

1. Diffidente

Ti fidi solo di te stesso e farai fatica a delegare. Vorrai verificare che sia fatto come dici tu e ti arrabbierai se qualcosa non va secondo i tuoi piani.

2. Responsabile

Farai di tutto per apparire affidabile. Il tuo messaggio implicito sarà:” io sono responsabile, potete fidarvi di me”.

3. Impaziente

Non tolleri che qualcuno ci metta più tempo di te a fare le cose. Quando decidi che ne hai abbastanza (in genere dopo poco) intervieni, come sempre. Poi te la prendi dicendo: “Non fai mai niente”.

4. Bugiardo

Quando ti accorgi di essere in errore, distorci la verità pur di salvare la faccia e continuare ad apparire senza difetti.

 5. Esigente

Nei tuoi confronti e verso l’altro. Lo accuserai di essere distratto e pigro e di lasciare a te tutte le decisioni se non soddisferà le tue aspettative.

Identikit del controllore

In realtà un controllore è una persona insicura. Quando non è lui che prende decisioni dirette, vuole essere costantemente aggiornato e non sopporta di essere escluso. Fa tante cose insieme e ricerca l’approvazione degli altri.

Mostra una forte personalità e porta avanti le sue tesi con determinazione. Si mostra disponibile ad aiutare, ma inconsciamente vuole controllare.

Ha spesso sbalzi d’umore: si costruisce false aspettative che si scontrano con la realtà impedendogli di vivere il presente in serenità

In una discussione è sempre quello che parla di più. Darà poco spazio all’altro e cercherà di avere l’ultima parola.

Non ama le sorprese o l’altrui autorità. E’ un “capo” vecchio stile che non sopporta chi mente e cercherà di apparire impeccabile ad ogni occasione.

Non è assolutamente facile vivere o convivere con un controllore. Con uno sguardo è capace di esprimere chi comanda, spegnendo entusiasmi ed iniziative altrui.

Cosa succede a chi vive con chi ha manie di controllo

La prima sensazione è quella di inadeguatezza. Pur avendo un proprio pensiero, chi vive con un controllore si auto-censura per mantenere un clima sereno in casa.

Accetterà passivamente le decisioni dell’altro arrivando ad auto-convincersi di essere in torto.

Si sentirà insicuro di sé e del proprio rapporto, ma non avrà il coraggio di parlarne al partner per paura di un giudizio. Chi controlla tende a sminuire l’altro, anche con piccoli gesti quotidiani:

  • Si intromette nelle faccende domestiche, rifacendo il lavoro già svolto;
  • Critica il lavoro o gli hobby del partner;
  • Parla male degli amici o della famiglia del partner;
  • Si mostra d’accordo sulle scelte dell’altro per poi farlo sentire in colpa;
  • In un a discussione è capace di “litigare” per ore fino anche se l’altro non si mostra partecipe al confronto.

Chi vive con un controllore tende a nascondere

Comincerà dalle cose più banali, come fumare una sigaretta di nascosto a cercare in altri comprensione e fiducia.

Il “controllato” ha bisogno di conferme e le andrà a cercare in altre persone. Tenderà a giustificare anche in modo maldestro questo suo malessere che verrà interpretato dal controllore come sfiducia e distaccamento, cosa che lo renderà ancora più giudicante.

Questa condizione lo porterà ad affrontare due scelte:

  1. Accettare una vita da “sottomesso”.
  2. Lasciare il controllore.

Si può lasciare chi ha manie di controllo?

Assolutamente sì.

Fino a quel momento il “controllato” ha resistito. Ha ingoiato bocconi amari quando non si sentiva libero di essere sé stesso e si sforzava di diventare ciò che voleva il partner.

Vive l’esistenza di qualcun altro, che in ogni caso non è contento. La vita di coppia diventa piatta e si accende solo quando il controllore decide che qualcosa non gli sta bene.

Imparare a credere in sé stessi serve a prendere consapevolezza e agire.

Chi lascia un controllore si sentirà perso e sconfitto. Più era potente l’influenza che subiva, più sarà difficile prendere decisioni in modo autonomo e ricominciare da soli.

Come abbiamo visto in un altro articolo  il senso di inferiorità svanirà per lasciare  spazio alla certezza di poter condurre una vita serena senza essere controllati.

Cosa succede quando il controllore perde il controllo

Quando il controllore viene lasciato tutto il suo mondo gli crolla addosso.

In un istante si accorge che le sue manie di controllo erano una bugia. Si sentirà tradito da sé stesso e dal partner. Vivrà il fallimento del rapporto come un lutto, per il quale si è sacrificato senza risultati.

Si riaprirà la ferita dell’abbandono che cercherà di guarire mostrando agli altri che “non ha bisogno di nessuno”. 

Diventerà ancora più critico ed intollerante. Cercherà in tutti i modi di dimostrare che ha sempre la soluzione di tutto in tasca.

Perderà molti rapporti, concentrandosi su chi l’approva e non darà una seconda possibilità agli altri.

Ricercherà una relazione al più presto, avvicinandosi ad una persona incline ad essere controllata per riaffermare il proprio potere.

Ma chi vive cercando di controllare gli altri, vivrà un’esistenza di frustrazione ed impotenza. 

C’è una soluzione a tutto questo?

Come liberarsi delle manie di controllo

Ci sono casi in cui l’iper-controllo, sfocia in problemi di ansia e disturbi della personalità, per i quali è fondamentale l’aiuto di uno specialista.

Nei casi meno gravi puoi attuare 4 semplici strategie:

  1. Impara dai tuoi errori: accetta il fatto che anche tu ne fai ed usali come bussola per ritrovare la direzione alla tua felicità
  2. Delega: So che può essere difficile. Comincia dalle piccole cose. Fai organizzare una serata o un weekend senza “metterti in mezzo”, godi dei momenti e ringrazia per ciò che ti verrà donato.
  3. Esci dall’ordinario: puoi dedicarti ad una nuova attività o visitare un posto che non conosci. Fallo senza progettare. Lasciati andare ed impara a gestire con serenità gli imprevisti che la vita ti regala.

Una persona spesso incontra il suo destino sulla strada che aveva preso per evitarlo.

Jean De La Fontaine

Conclusioni

Ti avevo promesso 4 strategie.

Ti saluto con l’ultima, una citazione, con l’augurio che tu riesca a vivere una vita serena e che la tua luce possa illuminare sempre il tuo cammino.

Una preziosa lezione di vita che la Natura ci regala d’autunno. In questi giorni, quando cammini per strada, fermati ad osservare un albero.

In autunno le sue foglie muoiono lentamente, fino a diventare secche. Sono lì da mesi. Sono parte della sua storia. Eppure nessun albero le trattiene. Al contrario, le lasciano andare.

Anche se ciò significa ritrovarsi spogli e vulnerabili. Lo fanno perché questo è l’unico modo per rinascere.

Tutti noi dovremmo essere come gli alberi in autunno. Dovremmo trovare il coraggio di lasciare andare.

Le paure, i fastidi, la rabbia, i dubbi. Le scuse che non abbiamo ricevuto. I fallimenti, i sensi di colpa, le delusioni.

Non è facile riuscirci. Perdona, perdonati e guarda avanti. Significa accettare che la vita non è sempre giusta, ma possiamo sempre renderla felice.

Come?

Perdonando chi ci ha deluso. Perdonando noi stessi per gli errori che abbiamo commesso. E poi andando avanti, perché indietro non si torna. Hai presente gli alberi in primavera?

Sono pura meraviglia, pura vita. Ognuno di noi può essere così. Per riuscirci, però, dobbiamo prima fare ciò che fanno gli alberi in autunno. Lasciare andare.

Tutte quelle piccole o grandi cose che ci impediscono di essere felici, cadranno come foglie secche.

E solo a quel punto saremo pronti a rinascere .

Gianluca Gotto  

Lettura consigliata: Le cinque ferite e come guarirle di Lise Bourbeau

Rifiuto, abbandono, ingiustizia, umiliazione e tradimento sono le cinque ferite che ci impediscono di essere ciò che siamo davvero, sono i cinque principali condizionamenti della nostra esistenza.

Questo nuovo libro della Bourbeau, molto concreto come i precedenti, ci dimostra come tutti i problemi di ordine fisico, emotivo o mentale derivino di fatto da queste ferite.

Grazie alla descrizione delle maschere che tutti abbiamo sviluppato per non vederle e non sentirle, e soprattutto per non conoscerle, riuscirete a identificare la vera causa di un disturbo preciso, per esempio l’estrema magrezza o l’obesità, oppure di certi problemi ricorrenti che rispuntano appena vi sembra di averli risolti.

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