Pensare troppo fa male al cervello e all’anima perché intasa la mente con pensieri che, nella maggior parte dei casi, sono irrilevanti.
Rimuginare, infatti, non serve, ti fa incartare, ti toglie energia, ti appesantisce la vita… e non lo dico solo io, ma lo dice anche la scienza e, soprattutto, lo dice mia nonna.
“Gli uomini non sono prigionieri dei loro destini,
ma sono solo prigionieri delle loro menti”
Franklin D. Roosevelt
Il segreto di mia nonna
Ti sarà forse capitato in passato di incontrare qualcuno con livelli di energia fuori dal normale, qualcuno che faceva cose che noi poveri mortali riusciremmo difficilmente a fare tipo svegliarsi alle 6 del mattino per andare a correre prima di un turno di 10 ore.
Mia nonna, per esempio, non corre, ma a 87 anni si sveglia alle 5:30 e passa intere giornate a cucinare, lavare e stirare senza mai riposarsi un attimo, senza mai lamentarsi.
Ma come fa?
Me lo chiedo spesso, soprattutto quando sento il bisogno di fare un pisolino già qualche ora dopo essermi svegliato.
E la risposta che ho trovato è personale ovviamente, ma forse anche comune.
In poche parole, il segreto dell’energia di mia nonna è… non pensare.
Non dico che lei non abbia pensieri ma che, semplicemente, non si sofferma troppo su di essi, non passa ore a rimuginare o a farsi domande, non ha nessun conflitto interiore da risolvere.
Mia nonna non spreca energia a interrogarsi sul suo futuro, a chiedersi chi è e cosa farà.
Lei ha già trovato le sue risposte e, nel bene o nel male, la vita le sta bene così com’è.

Pensare troppo fa male al cervello: l’arte di rimuginare sul negativo
L’atto di rimuginare è tipico di chi è propenso a pensare e ripensare ad eventi negativi passati e a eventualità negative future.
In queste circostanze pensare troppo fa male al cervello in quanto è spesso associato con l’ansia e la depressione, fa sentire impotenti e paralizza le abilità di problem-solving.
Secondo la psicologa Susan Nolen-Hoeksema, rimuginare è un po’ come bere troppo o mangiare troppo, cioè un metodo compensativo che serve a colmare un vuoto o una paura profonda.
In sostanza abbiamo l’illusione di potere ottenere il controllo quando pensiamo troppo, forse perché crediamo di poter valutare meglio una situazione o scovare delle verità nascoste in fondo ai ricordi.
Ma la verità è che molte persone rimuginano per distaccarsi dalla realtà ed evitare di affrontare concretamente i loro problemi.
Ci vuole invece un atto di grande coraggio per abbandonare le manie di controllo e vivere senza pensieri, senza essere prigionieri delle nostre menti.
Mia nonna ci riesce e c’è sempre riuscita grazie alla sua fede nel suo destino.
Lei, sostanzialmente, ha sempre accettato quello che viene e non ha mai provato a combattere gli aspetti indesiderabili della sua realtà.
L’atteggiamento tipico della sua generazione, che potrebbe rasentare la rassegnazione passiva in certi casi, l’ha aiutata a sviluppare una sorta di riluttanza verso la negatività e l’ansia che deriva dal voler tenere tutto sotto controllo.
Per mia nonna è mille volte meglio non pensare, concentrarsi sulle cose positive, sulla salute, sui nipoti, sulle ricette.
Io, d’altro canto, mi sono più volte sentito sovraccaricato come uno di quei computer che provano a processare più operazioni contemporaneamente.
Mentre lei usa la sua mente per pensare al qui e ora, io devo anticipare cosa mi accadrà in futuro così da poter meglio programmare il presente mentre tengo a bada l’esigenza di attraccarmi agli errori del passato… e la rotella del computer mentale in panna gira e gira e gira.

Smettere di rimuginare ti dà energia
La lezione che ci insegna mia nonna è che se ci si concentra su poche azioni e pensieri alla volta si risparmia energia vitale.
Soprattutto se queste azioni sono coinvolgenti e rendono felici si riesce ad avere accesso a un entusiasmo e una carica che il riposo, le barrette energetiche o la caffeina non potranno mai dare da soli.
Pensa, per esempio, a come ti senti il giorno prima di partire per una vacanza, o il giorno in cui inizi un nuovo lavoro.
Quando la nostra vita è piena di attività coinvolgenti riusciamo ad attingere a una riserva di energia infinita, mentre quando evitiamo di vivere per rimuginare questa energia si esaurisce nel nulla, in un vortice di pensieri che offuscano la mente e la serenità.
Un ottimo modo per smettere di pensare troppo è allora quello di fare, di agire, di trovare qualcosa che riesce a distrarci e a convogliare la nostra attenzione.
Se pensare troppo fa male al cervello e all’anima, agire libera la mente e fa smuovere il corpo, fa sentire vivi.
Se, poi, non sai cosa fare perché non hai le idee chiare, prova un altro tipo di riflessione, la riflessione positiva.
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Quando pensare fa bene
Quando il pensare è diretto alla formulazione di un piano d’azione non ha lo stesso effetto negativo del rimuginare.
In questi casi si è diretti a trovare una soluzione concentrandosi su degli obiettivi che dovrebbero essere per lo più costruttivi, oppure si ha l’intenzione di capire il motivo di un fallimento per imparare dai propri errori.
Immagina, per esempio, che ti abbia lasciato il partner.
Pensare troppo alla relazione, rivivendo ogni lite, provando a scorgere i primi segni della rottura, condurrebbe con facilità a uno stato di amaro risentimento, rancore o senso di colpa.
Più mettiamo gli eventi negativi al microscopio, infatti, e più troveremo motivi per accusare o accusarci, diventando ciechi al bello che c’è stato o che rimane.
L’alternativa é pensare alla situazione con obiettività emotiva, chiedendosi cos’è andato storto, cosa si potrebbe fare per risolvere la situazione o evitare di fare gli stessi errori in futuro.
Lo so, è più facile a dirlo che a farlo, ma se non lo fai sai già quello che ti aspetta, cioè una vita passata a rimuginare su come sarebbe potuta andare una storia o un’opportunità mancata.
Pensare troppo fa male al cervello, allora smetti di farlo
C’è un vecchio detto in Sud Africa secondo cui c’è un solo modo di mangiare un elefante, ovvero un pezzo alla volta.
La nostra esistenza, insieme a tutte le sue incertezze e problematiche, è un elefante.
Tienilo a mente la prossima volta in cui ti sentirai ingolfato/a nel tentativo di risolvere un dubbio, quando ti ritroverai a pensare e ripensare alla tua vita, al tuo passato e al tuo futuro, senza concludere niente.
E in tutti questi casi ricordati di:
- provare a pensare meno, dando priorità alle soluzioni più che ai problemi;
- lasciar andare tutte quelle domande a cui non è possibile rispondere;
- concentrarti solo su quale sia il primo passo disponibile, quello più ovvio;
- trovare attività che ti possono aiutare a distrarti e a sentirti più vivo/a.
In ultima analisi, pensare troppo è un po’ come accellerare con la macchina in folle, si spreca benzina senza andare da nessuna parte.
Nonostante possa anche dare l’illusione del controllo, farsi troppe domande e preoccuparsi eccessivamente sul futuro non fa altro che limitare la naturale predisposizione della mente a guidarci verso la felicità.
Il pensiero è invece produttivo quando:
- è diretto a trovare soluzioni concrete a problemi concreti;
- pianifica strategie pratiche per raggiungere obiettivi chiari e definiti;
- fa domande importanti su questioni che stanno a cuore;
- aiuta a trovare ottimismo e fiducia in sé stessi.
Pensare in tal modo è in sé attività molto utile, e tutta l’energia impiegata a farlo è energia molto ben spesa.
LIBRO: Cogito ergo soffro. Quando pensare troppo fa male
Cosa accade quando cerchiamo ci affidiamo alla centralità del pensiero nella pratica, nella vita di tutti i giorni, di fronte a scelte e situazioni di per sé irriducibili alla logica e al più ferreo raziocinio?
Cadiamo in una trappola, in un autoinganno, in una vera e propria «psicopatologia della vita quotidiana»: ci illudiamo di poter risolvere una crisi amorosa, un dubbio amletico, una decisione cruciale affidandoci al nitore rassicurante del sillogismo, oppure, all’estremo opposto, cerchiamo la certezza nelle «verità rivelate», religiose, scientifiche o ideologiche.
Da strumento infallibile il cogito si trasforma così in un ostacolo insormontabile, fonte di incertezza se non addirittura di sofferenza psicologica, fino ad assumere forme patologiche.
Formato Kindle €3,99
Buonasera. Questo articolo è stato molto interessante ed utile e mi ci sono vista pienamente. Rimuginare troppo fa male ,toglie respiro,annebbia l anima e consuma la mente inutilmente…. Lasciare andare,agire,fare,uscire,partire,muoversi,andare….. Sono d’accordo su tutto e credo che vada riletto più volte….. Grazie.
Ho cinquant’ anni ,e proprio ieri sera dopo aver avuto l ennesimo scontro con mio figlio ,che cerca in tutti i modi di farmi capire cose che io tralascio per il troppo pensare !
Stamani ho cercato e trovato e appena finito di leggere ….e mi ritrovo in tutto quello che ho letto!
Intanto grazie a mio figlio e a voi.
Rileggere forse mi farà capire come risolvere tante cose.
Sono contento Teresa! sia che ti sia piaciuto l’articolo che tu sia in grado di capire dove e come migliorare, un abbraccio