10 Straordinarie lezioni di vita che ci ha lasciato il Corona virus

lezioni di vita
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Il 2020 verrà ricordato per sempre come l’anno del Corona virus, le cui conseguenze negative, oltre a non avere precedenti, portano con sé l’irripetibile opportunità di trarre alcune preziosissime lezioni di vita.

Al momento in cui scrivo l’Italia è ancora bloccata dall’ordinanza ministeriale dell’8 marzo in cui si prendono misure drastiche per prevenire l’ampliarsi del contagio.

A causa dell’isolamento forzato stiamo vivendo un’esperienza unica nel suo genere e stiamo provando, per la primissima volta, cosa vuol dire vedere ristretta la nostra libertà.

In questo clima di incertezza e di paura quello che ci rimane è trovare cose da fare a casa e sperare che questo periodo traumatico ci possa almeno lasciare qualcosa di buono.

Anche se, a dire il vero, credo che il virus qualcosa di buono lo abbia già insegnato, nello specifico 10 straordinarie lezioni di vita che adesso sono evidenti ma che in futuro potrebbero non esserlo più.

Cosa ci ha insegnato il Corona virus: 10 lezioni di vita

1. Siamo tutti uguali

Questa è la lezione più importante.

Il virus non fa distinzioni e non guarda in faccia nessuno, colpisce il senzatetto come il giocatore di calcio professionista, la casalinga e il presidente di un partito.

Davanti a esso siamo tutti uguali, tutti umani.

Non rappresenta una minaccia a uno specifico gruppo o categoria di persone, non è un problema degli immigrati o del sud o degli operai di un’azienda.

È una minaccia che unisce tutti, l’unico vero elemento democratizzante al mondo.

La prima lezione di vita che ci insegna il Covid-19 richiama il linguaggio della Costituzione italiana, dove si afferma che tutti sono uguali senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Così Tom Hanks e il pensionato di Codogno si ritrovano sullo stesso piano, con gli stessi sintomi e gli stessi problemi respiratori.

E per la prima volta sono uniti da qualcosa, da una medesima umana vulnerabilità.

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2. La scienza serve e va ascoltata

Di norma, laddove si tratti di minacce a lungo termine che affliggono chissà quali popoli in chissà quali parti del mondo, a nessuno frega niente di quello che dicono ricercatori e scienziati.

D’altronde, che ci posso fare io se il circolo polare artico si sta sciogliendo o se bruciano le foreste in Australia?

Quando però ci si trova davanti un pericolo imminente che sconvolge gli equilibri vitali ecco che ci ricordiamo subito di chi ci dobbiamo fidare.

Non se ne fa più niente della fede e dell’ottimismo, non funzionano più i “chissenefrega tanto non mi riguarda” o i “secondo me non è così”.

Con un pericolo reale come questo si può rispondere solo con soluzioni reali.

E le soluzioni reali le trova chi lavora sul campo e dedica la propria vita a migliorare quella degli altri, chi ha competenze ed è mosso da motivazioni pulite e sincere.

Trovatemi un politico che, ai tempi del Corona virus, smentisce la comunità scientifica come hanno fatto alcuni per il cambiamento climatico.

Nessuno si permetterebbe, eppure gli avvertimenti provengono dalla stessa affidabile fonte e vanno ascoltati per l’uno come per l’altro caso.

La ricerca va finanziata e la scienza ascoltata, non solo oggi, ma sempre.

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3. Di fronte a un pericolo comune si ritrova il senso di appartenenza alla comunità

L’ultima volta in cui avevo visto bandiere dell’Italia appese ai balconi è forse stata per i mondiali di calcio del 2006 .

Fino a oggi la nazionale era l’unica cosa che ci ricordava di essere italiani.

In questo momento di grandissima difficoltà, invece, abbiamo ritrovato il senso di comunità e patriottismo e ci siamo ricordati che far parte di una nazione serve.

Serve a sentirsi meno soli, a sentirsi meno vulnerabili e deboli.

Una delle lezioni di vita più belle che ci potesse dare questo virus è stata farci dimenticare delle nostre divergenze, dei nostri partiti di appartenenza e delle nostre opinioni.

Ci ha costretti a seguire tutti le stesse indicazioni, un unico approccio, un’unica verità, per il bene della nazione intera, dai primi agli ultimi.

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4. La solidarietà fa parte della nostra natura (più dell’egoismo)

Gli episodi di solidarietà si moltiplicano in questi giorni di allarme nazionale.

Ci sono moltissimi esempi di persone che fanno donazioni agli ospedali, offrono servizi e beni gratuiti, offrono il loro aiuto a chi ha bisogno.

Pare insomma che, una volta messi davanti la scelta cruciale tra collaborare o non collaborare, dare o ricevere, pensare a sé stessi o agli altri, la maggior parte di noi abbia scelto di collaborare, dare e fare la cosa giusta per tutti.

Anche qui il Covid-19 impartisce un’altra importante lezione di vita:

La solidarietà fa parte della nostra natura ed è più forte della paura… più forte dell’egoismo e dell’indifferenza.

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10 Lezioni di vita

5. Siamo tutti connessi

Il fatto che un virus originato in un piccolo mercato cinese abbia potuto contagiare l’intero pianeta in meno di tre mesi vuol dire solo una cosa:

Noi esseri umani siamo estremamente connessi.

Siamo connessi nel senso che entriamo frequentemente in contatto l’uno con l’altro e con persone che sono state in contatto con altre che potenzialmente vivono a migliaia di chilometri di distanza da noi.

E siamo connessi anche nel senso più mentale del termine.

Siamo connessi dalle stesse paure, dallo stesso modo di pensare, dalle stesse priorità e dalle stesse esigenze di sopravvivenza.

Non solo, dunque, facciamo parte di una rete analogica e digitale all’interno del quale ci muoviamo e interagiamo, ma facciamo anche parte di una rete metaforica all’interno del quale condividiamo una medesima attitudine alla vita.

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6. La crescita economica perpetua non solo è dannosa ma anche non essenziale alla sopravvivenza

I mercati internazionali continuano a crollare, eppure la priorità per molti rimane quella di passare intatti questa fase critica.

Quando mai si è assistito a una tale inversione nell’ordine delle priorità?

Fino a due mesi fa si parlava principalmente di economia, di tasse, di PIL, di spread.

Oggi, nonostante le perdite di miliardi di euro subite da quasi tutte le borse europee, la prima notizia è sempre il numero dei contagiati e il sollievo per i guariti.

Che senso avrebbe, d’altronde, concentrarsi sul salvare l’economia mettendo a rischio la salute pubblica?

A cosa serve l’economia se non si sta bene?

Anche questo ci ha insegnato il virus.

Ha svelato la parziale inconsistenza della nostra ossessione per la crescita economica perpetua.

Ha dimostrato che non solo è impossibile crescere per sempre, ma che è anche pericoloso in quanto distoglie dalla priorità del benessere collettivo nei momenti di maggiore criticità.

7. Si può vivere anche senza viaggiare in aereo, andare a lavoro o al bar

Altro prezioso insegnamento tra le lezioni di vita del Corona virus.

L’epidemia ha stravolto completamente il nostro stile di vita e nel farlo ci ha svelato l’altra faccia di una medaglia che non avevamo mai capovolto.

In questa faccia si vive una vita senza calcio, senza uffici, senza scuola. Si canta dai balconi, si lavora meno, si sta più in famiglia e si apprezzano i medici.

Si ascolta tutti il discorso del presidente della nazione e si evita di fare polemiche.

Chi avrebbe mai detto che fosse possibile?

Chi avrebbe mai pensato di poter saltare un mese di scuola a Marzo o di poter rinunciare al campionato di Serie A?

Siamo passati dall’avere un miliardo di passeggeri al giorno al blocco dei voli nazionali e internazionali, a dimostrazione che molti dei viaggi che facevamo non erano essenziali.

Erano scenari impensabili questi che, diventando reali, ci hanno messo nella condizione di doverci adattare.

E anche qui il virus ci ha ricordato ciò che siamo.

Ciò che siamo è esseri resistenti al cambiamento, capaci di adattarsi a qualsiasi situazione.

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8. Le emergenze rivelano la nostra vera identità

Quando non c’era il Covid-19 la verità su molte cose e persone era molto più relative.

Era più facile scambiare ciarlatani per persone serie e viceversa.

Adesso le persone che hanno integrità lo dimostrano con la prontezza nell’azione, mentre chi non ce l’ha tende a defilarsi o a parlare a vanvera.

Il virus ci insegna dunque a riconoscere la vera natura delle persone, ci mostra chi sono gli altruisti, i competenti e i coraggiosi, e chi sono gli egoisti, gli irresponsabili e gli incompetenti.

Perché la paura sarà anche cattiva consigliera ma non manca mai di togliere le maschere a chi le porta.

Non c’è più modo di distorcere la realtà a proprio piacimento. La situazione è critica e richiede chiarezza di intenti e comunicazione.

Se Donald Trump dice al pubblico che il sistema sanitario è pronto ad affrontare la crisi la gente lo può smentire o confermare facilmente.

Se una misura proposta dal governo italiano non funziona la gente lo può vedere.

Le chiacchiere stanno a zero durante una pandemia, ci sono solo fatti e azioni concrete.

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9. Quando gli esseri umani si fermano il pianeta respira

Va bene che dobbiamo restare tutti a casa ma vogliamo parlare di quanto la nostra assenza stia facendo bene all’ambiente?

In tutte le città d’Italia si registrano cali drastici nell’inquinamento e ci sono persino foto satellitari che mostrano una diminuzione dei gas nocivi nell’atmosfera.

Un dato ancora più allucinante, si stima che la riduzione nell’inquinamento in Cina da sola contribuirà a salvare la vita di 77.000 perone (Fonte).

In sostanza, se è vero che il Covid-19 rappresenta una minaccia per l’uomo, è anche vero che l’uomo rappresenta una minaccia per l’uomo e una minaccia per la terra.

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Ultima lezione di vita che ci insegna il Covid-19: le crisi profonde aiutano a rinascere

L’ultima delle lezioni di vita che ci insegna il Corona virus è che una crisi profonda per una comunità è l’equivalente di un trauma per un individuo: una volta superato ti lascia il ricordo di quello che hai sofferto e ti insegna a non riprodurre più gli atteggiamenti che lo hanno favorito.

Storicamente, sia come individui che come società, siamo abituati a cambiare solo quando strettamente necessario, cioè quando veniamo messi a confronto che le conseguenze dei nostri errori.

In altre parole, è solo quando le nostre abitudini nocive ci fanno stare male che, di norma, troviamo la determinazione a cambiare – tipo quando si smette di fumare a causa di un rischio concreto di cancro ai polmoni.

Il Covid-19 rappresenta una crisi che, in modo indiretto, abbiamo causato tutti noi, e per evitare che accada di nuovo dobbiamo per forza imparare la lezione e cambiare qualcosa nel nostro stile di vita.

Perché la parte difficile non è tanto superare un pericolo, ma vivere in modo tale da non farlo più ripresentare.

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…mi mancava l’ecosistema dell’ospedale… Mi mancava anche il senso di chiarezza che provavo quando stavo malissimo.

Suleika Jaouad

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