L’invidia è una brutta bestia.
Ti si attacca sulla spalla e ti mostra su quello che fanno gli altri, poi ti guarda e ti dice “e tu?”.
E tu cominci a valutare la tua vita sulla base di uno standard impossibile da raggiungere, perché hai seguito un altro percorso e hai altre potenzialità rispetto alla persona che invidi.
Solo che… se passi il tempo a concentrarti su di lei non le scoprirai mai.
L’invidia e quello che fa al nostro cervello
L’invidia non è nata con i social media e neanche con l’avvento del capitalismo, ma esisteva molto, molto prima.
Già millenni fa c’era sicuramente chi invidiava il vicino che aveva più terra da arare, una moglie più giovane, un gregge più numeroso.
In più, i ricercatori hanno scoperto che non sono solo gli umani a provare invidia, ma anche altri mammiferi come i topi o le scimmie.
In qualsiasi specie che viva in gruppo, insomma, ci saranno delle aspettative di giustizia ed equità, e ogni volta che queste aspettative verranno disattese ci saranno delusioni.
Pare dunque che il meccanismo biologico dell’invidia sia connesso al circuito della rabbia e dello stress, il quale manda segnali di agitazione tutte le volte in cui si ritiene di avere meno rispetto a un termine di paragone.
In aggiunta, l’invidia ci porta a distorcere la realtà in due modi:
- ci fa idealizzare la persona invidiata e denigrare noi stessi;
- ci bistrattare la persona invidiata per aumentare il nostro senso di valore.
In entrambi i casi, si proverà una sorta di vergogna nascosta che sarà alquanto difficile da ammettere, soprattutto a sé stessi.
Si potrebbe così scambiare l’invidia per attrazione o, al contrario, per un sentimento di ostilità nei confronti del successo altrui.
In casi del genere il nostro cervello va un po’ in panne, i pensieri si fanno aggressivi e si sente una sorta di malessere fisico dovuto alla percezione delle nostre mancanze.
È qui che l’invidia si fa insidiosa in quanto può indurre a vittimismo e insicurezza o, peggio ancora, all’odio nei confronti di sé stessi o di altri.
Inutile dire che, con uno stato d’animo del genere, diventa davvero difficile trovare appagamento nella propria vita.
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Perché siamo invidiosi: ideali interni vs. esterni
Come già accennato, siamo invidiosi perché siamo animali sociali e ci viene naturale paragonare quello che abbiamo noi con quello che hanno gli altri.
Da che esiste l’uomo esistono anche contrapposizioni e guerre dovute all’invidia di un gruppo verso un altro o di una classe sociale verso un’altra.
Il motivo per cui ciò avviene è che ogni essere umano ha un bisogno biologico di valutare sé stesso per capire se sta vivendo bene la propria vita, e il modo in cui lo fa è sempre sulla base di un ideale che può essere interno o esterno.
- Se questo ideale è interno, cioè basato sulla visione di qualcosa che voglio raggiungere solo per me stesso, allora può fungere da fattore motivante per fare meglio nella vita.
- Se, di contro, questo ideale è esterno e viene usato non come fattore motivante ma come parametro per valutare quello che ci manca, allora diventeremo invidiosi.
In quest’ultimo caso l’ideale di confronto non servirà tanto a fornire obiettivi ma a rafforzare insicurezza e disistima, bloccando del tutto le possibilità di crescita e serenità personale.
Ricordiamo a tal proposito che l’invidia ci priva di chiarezza e apertura mentale, ed è dolorosa proprio perché nasce da una sensazione di essere difettosi e incapaci.
Quel che è peggio è che mentre compararsi a un ideale auto-determinato ci dà la possibilità di cambiare e acquisire fiducia in noi stessi in modo indipendente dagli altri, paragonarsi agli altri fa sì che per stare meglio noi devono avere qualcosa in meno loro.
Il risvolto dell’invidia: Schadenfreude
I tedeschi hanno un termine per quel sentimento di piacere che deriva dal venire a sapere della sfortuna degli altri: Schadenfreude.
Questo senso di piacere è un po’ il risvolto dell’invidia, il suo lato, per così dire, positivo – anche se non c’è nulla di positivo nel gioire dei mali degli altri.
Provare invidia per i successi altrui, o gioia per le disgrazie altrui, sono dei segni molto chiari di mancanza di autostima.
Ci sono molti motivi per cui una persona non arriva a costruire un giusto livello di fiducia e stima nei confronti di sé stessa, uno tra tanti l’aver avuto un genitore assente o poco coinvolto.
A prescindere dalle motivazioni, però, quello che conta è che sia l’invidia che lo Schadenfreude sono principalmente dei sintomi di una scarsa consapevolezza personale e non le cause dirette dell’infelicità.
Come superare l’invidia, 4 consigli
Teniamo a mente quest’ultima osservazione perché è la chiave per superare l’invidia:
se proviamo rabbia davanti al successo altrui non vuol dire che dobbiamo sperare nell’insuccesso altrui, ma che probabilmente abbiamo qualcosa su cui lavorare.
E questo qualcosa è la nostra autostima, il primissimo punto di partenza per una vita che sia libera, il più possibile, dall’invidia e dalla tendenza a paragonarsi agli altri.
Ecco dunque quali sono i miei 4 consigli per superare questa brutta abitudine:
1. Concentrati sul costruire la tua autostima
Il primo consiglio per superare l’invidia è concentrarsi sulla propria autostima e fiducia personale.
Ma cosa vuol dire avere autostima?
Vuol dire avere la conoscere se stessi, sapere chi si è, quello che si sa fare e dove si vuole arrivare nella vita.
Come dicevamo prima ci sono ideali interni e ideali esterni.
La fiducia e il nostro senso di auto-efficacia aumentano tutte le volte in cui le nostre azioni ci portano ad avvicinarci ai nostri ideali interni.
Se io mi pongo un obiettivo e lo raggiungo sono efficace e acquisisco fiducia nella mia capacità di raggiungere altri obiettivi in futuro.
Se, al contrario, mi pongo un obiettivo e non lo raggiungo, potrei pensare di non avere le capacità giuste per avere successo e perderò fiducia in me stesso.
Il trucco per evitare questa seconda evenienza sta nel secondo consiglio.
2. Concentrati su obiettivi che siano personali e raggiungibili
Come già detto, le persone invidiose tendono a volere quello che hanno gli altri, a valutare la loro vita in base agli obiettivi che hanno raggiunto gli altri.
Se vogliamo avere più autostima e provare meno invidia, è essenziale individuare obiettivi che siano solo nostri.
Inutile puntare ad avere un lavoro di dirigente come il nostro ex compagno di classe in quanto ci sono un percorso e una volontà precisi per arrivare a quel punto.
Magari la nostra strada è un’altra e ci potrebbe rendere molto più felici.
Troviamo allora questa strada, a prescindere da quello che fanno gli altri, perché se non lo facciamo potremmo non solo ritrovarci a fallire in qualcosa che non abbiamo veramente voluto, ma anche ritrovarci ad avere successo in qualcosa che non ha importanza.
E questo potrebbe essere anche peggio.
3. Ricordati di dire grazie
Ok abbiamo parlato di ideali e di obiettivi, adesso concentriamoci sul presente, su quello che abbiamo già.
Anche se non sceglierai mai di fare nulla di quello che ti ho consigliato, puoi sempre sconfiggere le insidie dell’invidia grazie al sentimento più sano e costruttivo del mondo: la gratitudine.
Come spiega Ivan Nossa nel suo libro, Il potere e la magia della gratitudine, la gratitudine è l’antidoto principale contro la negatività e la sofferenza.
È il primissimo punto di partenza in un qualsiasi viaggio di crescita e scoperta personale, il primo scalino di ogni processo di cambiamento e guarigione.
Quando dici grazie per quello che hai, pure se credi di non avere niente, dai a te stessa la possibilità di sentirti ricca, di una ricchezza che solo tu puoi avere, e nessun altro.
Allora la tua attenzione passa da quello che hanno gli altri e tu non hai a quello che tu hai e gli altri non hanno, ed è così che l’invidia si sgonfia.
4. Non paragonarti agli altri, ma paragonati a chi eri ieri
Non so se lo sai già, ma paragonarsi agli altri non serve.
Se vuoi paragonarti a qualcuno, paragonati a chi eri in passato, scopri in che modo oggi sei diverso da ieri.
Questo è l’unico metro che conta per valutare il proprio successo personale, la strada che si è percorsa negli anni.
Se facendo questa riflessione ti renderai conto che sei peggiorato, allora cambia rotta, se eri migliore in passato vuol dire che potrai tornare a essere migliore in futuro.
Se invece ti renderai conto che sei migliore oggi, vuol dire che in ogni caso avrai avuto successo, che sarai andato/a avanti a prescindere da dove andavano gli altri.
E lì, proprio lì, troverai un pretesto, uno dei tanti, per smetterla di provare invidia e provare invece fierezza per essere quello che sei.