Le manie di controllo sono caratteristiche di chi vive nella paura che tutto vada storto, di chi non ha fiducia nelle proprie capacità e nelle capacità altrui, di chi è afflitto dall’ansia di perfezionismo.
E io sono stato uno di loro.
Manie di controllo: la mia esperienza
Alla fine capii che tutto nella vita ha qualcosa da insegnarti e che tutto serve a farti crescere.
M.A.Singer
Ricordo ancora la sensazione di totale terrore che mi si appiccicò alla parte bassa dello stomaco.
Ero seduto davanti la porta, per terra, con la mia chitarra in mano, ad attendere che da lì a qualche minuto qualcuno mi invitasse a entrare.
Era il giorno delle rating auditions al Berklee College of Music, ovvero delle audizioni in cui gli studenti iscritti al corso di laurea in Performance venivano valutati e inseriti in una particolare graduatoria.
I più bravi avrebbero avuto accesso alle ensemble più prestigiose della scuola e avrebbero potuto avere la possibilità di suonare al Berklee Performance Center, dove si esibivano artisti del calibro di Zucchero e Cat Stevens.
Dire che ero nervoso è dir poco. La mia ansia da controllo mi faceva tremare le dita, mi indeboliva le ginocchia.
Nella successiva mezz’ora avrei dovuto suonare in un gruppo composto da insegnanti jazz di livello mondiale e dimostrare le mie capacità di lettura e improvvisazione.
Nei mesi precedenti mi ero esercitato come un ossesso, convinto che più studiavo e più sarei stato in grado di controllare quest’ansia fottuta che mi impediva letteralmente di respirare.
Purtroppo però i miei sforzi non servirono a nulla.
Come era mio solito, nel momento della verità mi feci prendere dal panico e non riuscì più a controllare i muscoli della mano, la vista si indebolì e le note dello spartito davanti a me divennero sfocate.
Le mie manie di controllo, tutto quell’esercitarsi, tutte quelle ore nella mia camera a ripetere nota per nota quello che avrei voluto suonare… fu tutto completamente inutile.
A distanza di tempo mi viene ancora la rabbia a pensare a quell’evento, e mi viene anche se penso a tutte quelle sfide in cui avrei potuto dare 100 e ho dato 10.
Ma servirebbe a ben poco arrabbiarsi perché, esattamente come l’ansia, la rabbia non aiuta a fare meglio nella vita, anzi, tende a distruggere più che a costruire.
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Le manie di controllo nascondono insicurezza e mancanza di fiducia
Il motivo per cui ero così preso dal panico quel giorno era uno solo: volevo controllare tutto ed ero sovraccaricato dal timore di non poterlo fare.
La mia strategia era quella di ripetere all’infinito i movimenti della mano nella speranza che diventassero memoria muscolare. Ma non fu per niente così.
Perché non si può vivere qualcosa in anticipo e poi replicarlo nella realtà esattamente allo stesso modo. La vita non va così.
Ci sono troppe variabili che non possiamo prevedere, come quello che diranno gli altri, o quello che suoneranno (nel mio caso), il modo in cui ci sentiremo in quel particolare momento, gli input che riceveremo, le idee spontanee che ci verranno in quel contesto, domande inaspettate, il tipo d’interazione con l’ambiente e le persone.
Quando provi a mantenere il controllo su tutto non fai altro che dire all’Universo che sei insicuro, che vuoi sapere tutto in anticipo perché non ti fidi di nessuno, soprattutto di te stesso.
Allora l’Universo, che è molto più saggio di te, ti riflette questa tua sensazione di insicurezza e te la fa vivere, impedendoti di provare la sicurezza, impedendoti di avere il successo che tanto vorresti raggiungere.
Ciò non avviene perché l’Universo è cattivo, il contrario. Esso ci dà sempre quello in cui crediamo.
E se crediamo di non essere meritevoli di fare bella figura a un’audizione, e lo dimostriamo provando a imparare a memoria quello che faremo invece di affidarci alla nostra naturale capacità di improvvisazione, questo è quello che ci verrà dato.
Fu così che rimasi in fondo a quella graduatoria, fu così che alla fine, smisi di provare.
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Il vero significato dell’ossessione del controllo
La lezione più preziosa che ho tratto dall’esperienza delle audizioni al Berklee è una sola:
La mania di controllo che sfocia nell’ansia, così come nella rabbia, la gelosia o l’invidia, è una forza estremamente auto-distruttiva.
E questa forza vuole sempre controllare la realtà per evitare di affrontare paure spiacevoli.
Se l’ansia è il sentimento di chi anticipa eventi catastrofici nel futuro, la gelosia è il sentimento di chi vuole controllare le persone e teme di non poterlo fare.
In modo simile, la rabbia è il sentimento di chi vorrebbe controllare le circostanze, di chi vorrebbe piegare il mondo intero per adattarlo alle proprie aspettative.
Mentre l’invidia è il sentimento di chi vorrebbe controllare sé stesso per essere come gli altri ma non riesce.
In sostanza, le emozioni che ci fanno stare più male e che compromettono la felicità derivano da una qualche forma di mania di controllo.
Nascono da una insicurezza di fondo, e al tempo stesso dall’arroganza di pensare che si possa indirizzare il corso degli eventi, o la volontà altrui, semplicemente perché è quello che vogliamo.
Atteggiamento che sarebbe alquanto infantile non credi?
- Non sono infatti i bambini ad essere i più suscettibili alle emozioni?
- Non sono forse loro a piangere ed arrabbiarsi quando non ottengono ciò che vogliono?
- E non sono loro, in fondo, a non capire la differenza tra ciò che vogliono e ciò che potrebbe far loro del male?
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Il ruolo delle aspettative nelle manie di controllo
Immagina quindi di approcciare la vita come un bambino, aspettandoti di avere quello che vuoi quando lo vuoi nel modo in cui lo vuoi.
Le persone si comporterebbero con te nel modo che ti è più congeniale, tutti rispetterebbero i tuoi valori e il mondo andrebbe sempre nel modo che ritieni più giusto.
È un po’ irrealistico no? Chi sei tu in fondo per stabilire come devono andare le cose?
Chi sei tu per tenere tutto sotto controllo?
A meno che la tua risposta non sia Gandalf (del Signore degli Anelli), ci sono buone probabilità che tu non abbia gli strumenti per anticipare tutto quello che ti accadrà.
E come ti senti allora nel momento in cui qualcosa va storto? Cosa fai quando il tuo partner non è amorevole come vorresti o quando qualcuno dei tuoi cari si ammala?
La verità è che sono le nostre aspettative ad essere spesso tarate male.
E l’unico modo di attutire l’impatto negativo degli imprevisti che le disattendono è quello di abbandonarle, di abbandonare le manie di controllo e affidarsi al flusso naturale della vita.
Una verità che ho imparato a caro prezzo: mantenendo un atteggiamento rilassato e fiducioso si possono superare le situazioni più impegnative.
Cosa fai se a mare ti trovi davanti uno squalo? Provi a nuotare all’impazzata nella speranza di essere più veloce o rimani calmo sapendo che non sei una preda appetibile?
L’ansia da prestazione per le rating auditions era il mio squalo, e ho lasciato che mi mangiasse vivo perché l’ho attirato con la mia paura.
Paradossalmente, invece, sono sicuro che avrei avuto un’altra esperienza se non mi fossi preparato così maniacalmente.
Allo stesso modo, credo che il modo migliore di evitare il tradimento di un partner sia quello di lasciarlo libero di fare quello che vuole.
E sono sicuro che il modo migliore di parlare a un pubblico sia quello di presentarsi con un’idea di quello di cui si vuole parlare e poi… improvvisare.
Il segreto per liberarsi delle manie di controllo: imparare a improvvisare
L’improvvisazione, contrariamente alla mania di controllo, si basa sull’accettazione di quello che verrà.
- L’improvvisazione è avere completa fiducia nella propria capacità di avere idee di valore quando servono;
- è lasciare che la vita scriva il suo copione man mano che la viviamo;
- è reagire con calma agli imprevisti, lasciare che l’Universo inserisca un colpo di scena di tanto in tanto e poi… rimanere, per vedere dove ci porti.
Vivere la vita improvvisando, dunque, vorrebbe dire approcciarla in questo modo:
“Ok, ho un’idea di dove vorrei andare ma sono miope, non riesco a vedere molto lontano.
Quindi farò il mio primo passo e poi mi affiderò a Te vita, lascerò che Tu mi guidi, mi stupisca.
Accetterò tutto quello che metterai sulla mia strada, che sia bello o brutto, aspettato o inaspettato.
Accetterò anche quello che mi farà paura, quello che in apparenza sembrerà impossibile.
Perché so che se mantengo il mio cuore e la mia mente aperti alle miriadi di possibilità che esistono potrò fare esperienze che non avrei mai sognato di fare, arrivare in posti in cui non avrei mai sognato di arrivare…
Perché so che se lascio andare l’esigenza di mettermi al volante, potrei realizzare molto di più di quello che spero.
E perché so che la mia speranza a volte è miope, come i miei occhi.”
LIBRO: Dentro la tana del coniglio
“Dentro la Tana del Coniglio” parla di felicità, di cosa la favorisce e di cosa la limita. È uno spazio di condivisione dove si parla del percorso di crescita, di cosa vuoi dire diventare grandi, creare la vita che si desidera.
In queste pagine si raccontano esperienze di cambiamento, si sfida il concetto di “normale”, si mettono in discussione tutte quelle convinzioni che impediscono di scoprire il proprio talento, quello che si è veramente.
C’è un bacino enorme di potenziale inespresso dentro ognuno di noi, ad impedirci di usarlo è il nostro attaccamento a tutto ciò che è familiare, ad un percorso di vita standardizzato, convalidato dalla ragione e dalla cultura.
Così come il bianconiglio portò Alice nella sua tana per farle scoprire un mondo diverso, questo libro ti porterà in una dimensione dove la realtà è più fluida e reattiva, dove si capisce il perché delle cose, dove si acquista il potere di cambiarle.
Copertina flessibile
Bell’articolo
Grazie Fabio 🙂
Ciao! Questo articolo è stato folgorante, letto tutto d’ un fiato. Vorrei sapere se è tratto dal tuo libro o da altri. Grazie e buona giornata.
Ciao Angela e Grazie per il commento, nel libro ci sono alcuni accenni a questo argomento ma è tratto tutto da esperienze e letture personali 🙂