Origine e natura del senso di colpa: perché si tende a puntarsi il dito contro

senso di colpa
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Il senso di colpa è quella sensazione dolorosa che ti fa sentire di aver fatto qualcosa di sbagliato, di aver offeso o arrecato un danno a te stesso o agli altri.. anche quando non hai fatto nulla di male.

Parte da un eccessivo senso di responsabilità ma, allo stesso tempo, da un’eccessiva tendenza al rimuginare

Chi si sente spesso in colpa pensa troppo insomma, ripete nella mente i ricordi del passato, incluse le discussioni, le scelte e i fallimenti, e si giudica per quello che ha fatto o non fatto. 

Da dove origina il senso di colpa

Il senso di colpa non è qualcosa con cui nasciamo, è una reazione che impariamo dai nostri genitori intorno ai 4/6 anni e che serve a demarcare la linea di separazione tra giusto e sbagliato.

Quando siamo piccoli veniamo rimproverati se diciamo una parolaccia o se non andiamo bene a scuola.

Il disappunto di mamma e papà ha l’effetto di farci sentire in colpa ed evitare di comportarci in un modo che sia contrastante con i loro valori.

Man mano che andiamo crescendo iniziamo a rimpiazzare i valori impartiti dalla famiglia con i nostri, ma capita lo stesso di continuare a portare con sé il “ricordo” di ciò che non si dovrebbe fare dall’infanzia.

Quello che può capitare è allora che il senso di colpa continui ad agire anche quando non ha più un motivo di esistere, quando non serve tanto a capire cosa è giusto o sbagliato ma a renderci incapaci di vivere esperienze utili che, seppur innocue, non sono in linea con l’educazione ricevuta.

Storia di un ex-dipendente da senso di colpa

Dal liceo fino ai trent’anni avevo l’abitudine di assumermi le colpe di tutto quello che mi accadeva e delle reazioni di chi mi stava intorno.

Mi sentivo in colpa se balbettavo, se dicevo una parola sbagliata, se spendevo troppo, mangiavo troppo, se non passavo abbastanza tempo a casa, se mi concedevo una vacanza, se facevo una battuta che non faceva ridere, se non prendevo un buon voto a scuola.

Tendevo a prendere quasi tutto sul personale, e se qualcuno non rispondeva a un messaggio o a una chiamata, pensavo subito che fosse per qualcosa che avevo fatto io.

Non lo avevo capito ai tempi, ma questo era anche il mio modo di sentirmi importante, di illudermi di avere un impatto, seppur negativo, sulle persone.

Senso di colpa sintomi a livello fisico ed emotivo

A livello emotivo convivere con il senso di colpa è un po’ come avere un critico sul groppone che ti punta il dito contro tutto il tempo, uno che giudica ogni tuo singolo gesto, persino ogni tuo singolo pensiero.

Nei casi più esagerati il senso di colpa provoca così un’alterazione dello stato emotivo che si traduce in battito cardiaco aumentato, respiro corto e tensione muscolare.

È un po’ come essere dei fuggiaschi, ricercati dalla polizia: la notte si sognano inseguimenti e si sente il terrore della cattura imminente.

Poi ci si sveglia e si vive la giornata con un peso di piombo sullo stomaco, la sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato e l’incapacità di individuare esattamente cosa.

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Chi sono le persone più suscettibili a sentirsi in colpa

Per moltissimi anni ho creduto che il mio senso di colpa mi rendesse speciale, che fosse una mia prerogativa l’essere responsabile per la tristezza, la felicità e persino le azioni degli altri.

Poi ho capito che non ero per niente solo e che il senso di colpa è uno stato d’animo molto comune a molte persone, sia per un fatto predisposizione caratteriale che come il risultato di traumi/eventi negativi.

In particolare, le persone più inclini a sentirsi in colpa sono:

Le donne 

Diversi studi hanno riscontrato che le donne si sentono più in colpa, sia perché tendono a rimuginare di più rispetto agli uomini sia perché, storicamente, vengono educate alla gentilezza e alla disponibilità.

In molte famiglie sono le donne ad avere più responsabilità e non riuscire a fare tutto può a volte essere un peso per loro.

Le persone molto oneste

Chi non ha un forte senso di onestà tende a non pensarci due volte prima di commettere un atto ingiusto.

Di contro, chi ha una personalità rispettosa e onesta presta più attenzione alla natura giusta o sbagliata della propria condotta di vita. 

Le persone religiose

Seppur l’appartenenza a una religione non è di per sé un fattore decisivo, il senso di religiosità interna lo è.

Per questo, coloro che si affidano a principi religiosi per dirigere il loro approccio alla vita hanno più probabilità di sentirsi in colpa quando i loro impulsi li allontanano dai precetti religiosi. 

Le persone segretamente narcisiste

Non è un collegamento ovvio, eppure il sentirsi in colpa è connesso con il narcisismo e la volontà di sentirsi al centro del mondo.

Così come ci si può vantare per quello che va bene anche quando non si ha nessun merito, si può reclamare la colpa di quello che va male anche quando non si ha nessuna responsabilità. 

Chi ha avuto genitori/partner molto severi 

Un’educazione eccessivamente rigorosa può portare i bambini a interiorizzare il disappunto della propria madre o del proprio padre, finendo per giudicare se stessi per le più piccole e normali trasgressioni. 

Similmente, una relazione tossica incentrata sulla manipolazione e il controllo attraverso il senso di colpa può avere lo stesso effetto.

Chi soffre di depressione 

Il rapporto tra senso di colpa e depressione è di causalità reciproca, nel senso che uno può originare dall’altro e viceversa.

La persona depressa di solito ha uno scarso senso del proprio valore e si sente in colpa per non essere in grado di essere migliore e di fare meglio. 

Chi ha subito traumi

Un possibile effetto collaterale del disturbo da stress post traumatico è che ci si sente in colpa per essere sopravvissuti a un evento tragico e per aver avuto una sorte migliore di altri. 

8 conseguenze pratiche del senso di colpa

Come raccontavo prima, convivere con il senso di colpa compromette la serenità quotidiana in modo non indifferente.

Ci sono però altre conseguenze pratiche per coloro che hanno il giudizio facile, alcune positive, altre negative:

  1. Il senso di colpa rende eccessivamente responsabili, forza a fare troppo per accomodare le esigenze di tutti e porta a provare a risolvere problemi che non sta a noi risolvere.
  2. Rende troppo coscienziosi. Ogni azione viene scrupolosamente valutata per far sì che non abbia conseguenze negative sugli altri. Cosa che può provocare ansia. 
  3. Fa diventare permalosi e iper-sensibili. Potrebbe capitare di fare una questione morale e personale di ogni evento, anche il più piccolo, e diventare ossessionati con il controllare le proprie azioni, parole e decisioni. 
  4. Porta a essere troppo insicuri e bisognosi della considerazione/rassicurazione altrui (dei tratti distintivi dell’enneatipo 2).  
  5. Immobilizza. Si può diventare talmente sovraccaricati dalla paura di sbagliare che all fine si getta la spugna e si sceglie l’inattività, il silenzio, lo status quo. 
  6. Interferisce con le decisioni. Chi si sente in colpa vuole avere ragione a tutti costi, per questo se teme di sentirsi in colpa potrebbe scegliere solo strade facili e poco soddisfacenti.
  7. Offusca le altre emozioni. Il senso di colpa può arrivare a monopolizzare il tuo stato mentale ed emotivo e impedirti di provare altro, di apprezzare quello che di positivo c’è intorno. 
  8. Può essere un fattore di motivazione al cambiamento. La scomodità interiore che si prova a causa del senso di colpa può infine essere utilizzato come barometro della propria soddisfazione con la propria vita e le proprie scelte.
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Aspetti positivi del senso di colpa

Il senso di colpa può essere sia una emozione sana che una emozione non-sana. 

La parte sana del senso di colpa ti motiva a vivere in accordo con valori autentici che, a loro volta, possono migliorare le relazioni con gli altri. 

Una persona che pensa alle conseguenze delle proprie azioni sarà più incline al rispetto e maggiormente in grado di fare la cosa giusta. 

Il senso di colpa diventa qui un fattore di autocontrollo e autogestione del comportamento, strettamente correlato al senso civico e al riconoscimento dei bisogni altrui.

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Il senso di colpa patologico

Il senso di colpa patologico, invece, va oltre ciò che è obiettivamente sbagliato: compromette la qualità della vita, tormenta anche quando non hai fatto nulla di male, non tollera gli errori e si aspetta troppo da te e dagli altri.

È una reazione sproporzionata e scomoda che può emergere a causa di diversi motivi

  • Una contrapposizione tra valori culturali e individuali: per esempio, chi cresce in una comunità molto conservatrice può avere dei sensi di colpa laddove si trasferisca in una cultura con un atteggiamento sociale più permissivo nei confronti di sesso e libertà individuali.
  • Aspettative irrealistiche nei confronti di se stessi: nessuno è perfetto. Se ti aspetti di non aver mai un pensiero cattivo o di non dire mai una parola sbagliata creerai i presupposti più favorevoli all’emergere del senso di colpa.
  • Tenersi dentro segreti: a volte facciamo cose di cui non andiamo molto fieri. Se poi le teniamo per noi e continuiamo a rimuginarci sopra, il senso di colpa che ne deriva potrebbe ingigantirne la portata e diventare eccessivo.

In questi casi il senso di colpa non ha più la funzione di fattore motivante al cambiamento in positivo.

Esso si sgancia dal reale peso delle azioni e finisce per diventare una bestia autonoma che tiene imprigionati senza possibilità di redenzione.

Frasi che provocano un senso di colpa patologico

Purtroppo molte relazioni affettive, sia familiari che sentimentali, si basano sul senso di colpa. 

Nella pratica ciò vuol dire che uno dei due, “il colpevolizzatore“, utilizza il senso di colpa per far pagare all’altro il prezzo di appartenenza alla relazione e, nei peggiori casi, per manipolarlo e controllarlo. 

I motivi per cui si possa voler fare una cosa del genere sono molti ma in generale diciamo solo che è più semplice spostare la colpa su qualcun altro piuttosto che guardare dentro sé stessi.  

Ecco quali sono alcune frasi comuni ai colpevolizzatori: 

  • Lo faccio per te/lavoro per te/mi sacrifico per te: frasi spesso utilizzate a fin di bene da genitori o partner, che hanno però la sfortunata conseguenza di castrare le ambizioni/esigenze personali e instillare un falso senso di devozione e gratitudine. 
  • Mi lasci da sola: come dicono alcune madri a figli che vorrebbero andar via per farsi una vita propria, mirata a imporre la propria importanza e alimentare un attaccamento malsano. 
  • Dovresti essere grato per quello che hai, c’è chi non se lo sogna nemmeno”: frase che può essere detta da un genitore come da un datore di lavoro a un impiegato che pensa di andarsene. È la classica tecnica del puntare agli sfortunati per far sentire in colpa per la propria fortuna e forzare a compromettere i propri desideri. 
  • Dio/Gesù bambino piange quando fai/dici queste cose” : avvertimento usato dai più credenti, che finisce per creare la paura del giudizio divino e impedire di scoprire come soddisfare e conoscere la propria individualità/sessualità.
  • “La vita è fatta di sacrifici”: Una frase che io stesso ho sentito spesso, ti fa credere che sbagli a desiderare di fare un lavoro che ami o di vivere in un posto che ami. Invece, ti fa sentire in colpa per non essere disposto a fare un lavoro che odi e sacrificare tutto per la devozione al posto fisso.
  • “Dovresti ringraziarmi/essere felice di avermi”: l’atteggiamento dei mendicanti di riconoscimento, di chi fa le cose non per genuino interesse nell’altro, ma per l’esigenza egoista di sentirsi apprezzati. 

Come riconoscere un colpevolizzatore

Il colpevolizzatore è una persone che dissemina colpe ovunque vada, ed è dunque particolarmente importante poterlo riconoscere sia negli altri che, soprattutto, in sé stessi.

I tratti più comuni di un colpevolizzatore sono:

  1. Si lamenta spesso;
  2. Trova sempre l’imperfezione, l’errore in ogni cosa;
  3. Usa spesso parole come “dovrebbero fare o dovresti fare”;
  4. Non si assume mai le responsabilità ma dà la colpa agli altri;
  5. Dà agli altri la responsabilità delle sue emozioni dicendo cose del tipo “mi fai sentire…”;
  6. Prova indignazione facilmente;
  7. Denigra quello che c’è in favore di quello che hanno gli altri (pensa che l’erba del vicino sia sempre più verde);
  8. Ostenta la sua (ipotetica) perfezione e integrità morale per far sentire gli altri in difetto.

Il primo step per superare il senso di colpa patologico

Il primo step per superare il senso di colpa patologico è capire una verità fondamentale e molto utile alla felicità.

Gli errori sono nostri amici e hanno una funzione educativa e di crescita personale.

Come dice il detto, sbagliare è umano. È perseverare nella convinzione di poter e dover essere perfetti che è completamente controproducente.

Accetta dunque questo fatto: sbaglierai di certo nella tua vita.

Se sarai fortunato, avrai la possibilità di imparare dallo sbaglio e fare meglio la volta dopo.

Se sarai sfortunato, potresti non avere una seconda opportunità, ma avrai comunque imparato qualcosa.

L’unica eventualità in cui sbaglieresti sul serio è se ti illudi di poter eliminare completamente gli errori e fare solo scelte giuste.

Quella sarebbe la vera colpa.

LIBRO: Debellare il senso di colpa

Una delle paure più grandi di un essere umano è di non valere agli occhi degli altri, di poter essere considerato in modo negativo o con ostilità.

Quando si prova questa sensazione vuol dire che agiscono ricordi emotivi di ferite che la nostra autostima ha subito durante l’infanzia. 

Per la prima volta, in questo volume vengono analizzate la natura e la genesi dell’emozione denominata “senso di colpa”, e viene affrontato il tema delle vere origini dell’ansia e del panico.

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