L’intelligenza emotiva è ormai un’abilità internazionalmente riconosciuta nel mondo della psicologia e dell’organizzazione aziendale.
Il termine è stato utilizzato per la prima volta negli anni 80, quando lo psicologo Howard Gardner introdusse i concetti di:
- intelligenza inter-personale (la capacità di comprendere le intenzioni ed emozioni altrui);
- e intelligenza intra-personale (la capacità di comprendere le proprie emozioni e motivazioni).
È stato però il giornalista scientifico Daniel Goleman a rendere l’intelligenza emotiva famosa a seguito della pubblicazione del suo libro “Intelligenza Emotiva: che cos’è e perché può renderci felici”.
Nel testo Goleman spiega perché il quoziente intellettivo non basta a garantire la performance nel lavoro e il benessere nella vita, in quanto a governare le nostre scelte è spesso una miscela di autocontrollo, perseveranza, empatia e attenzione agli altri.
Indice
Intelligenza emotiva: che cos’è e perché può renderci felici
Ci sono diverse teorie di riferimento che spiegano cos’è l’intelligenza emotiva e in misure diverse tutte la descrivono come una serie di competenze che gli individui usano per gestire le loro emozioni e le loro relazioni interpersonali.
In parole semplici, l’intelligenza emotiva è l’abilità di riconoscere e comprendere le proprie emozioni e quelle degli altri, nonché l’abilità di usare questa consapevolezza per meglio gestire il proprio comportamento.
Il motivo per cui ciò ci può rendere felici è semplice.
Le emozioni spesso prendono il meglio di noi, ci portano a sabotare le chance di riuscita e a dire o fare cose di cui spesso ci pentiamo.
Grazie all’intelligenza emotiva possiamo evitare che ciò accada e fare scelte che siano guidate dal buon senso e dalla consapevolezza di chi siamo veramente più che dall’impulsività o dalla paura.
Quando facciamo cose che amiamo e che ci rispecchiano la prima conseguenza è il benessere e la serenità mentale.
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L’intelligenza emotiva e il rapporto tra emotività e ragione
Tutto quello che vediamo, odoriamo, sentiamo, tocchiamo o assaggiamo viaggia attraverso il nostro corpo attraverso una serie di segnali elettrici.
Questi segnali passano da cellula a cellula fino a quando non raggiungono il nostro cervello, dove entrano alla base, nel midollo spinale, passano per il sistema limbico, dove vengono prodotte le emozioni, e arrivano finalmente al lobo frontale, la sede del pensiero logico e razionale.
Ne consegue che…
…prima ancora di poter valutare la realtà razionalmente la “sentiamo” emotivamente, reagendo agli stimoli esterni con il centro emotivo e poi con quello logico.
Questo è il motivo per cui a volte è difficile controllarsi e nei momenti di rabbia si tendono a dire cose che non si pensano sul serio.
La ragione viene “bloccata” dalle emozioni e non ha la possibilità di valutare le informazioni per scegliere la reazione appropriata.
L’intelligenza emotiva non fa altro che accorciare questo divario e favorire la comunicazione tra il centro emotivo e il centro razionale del cervello.
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Intelligenza emotiva e le 5 emozioni principali
Come abbiamo già detto, l’intelligenza emotiva parte dalla capacità di riconoscere le emozioni, che vuol dire anche saper dare un nome a quello che proviamo.
Seppur ci sia una moltitudine di parole con cui esprimerle, tutte le emozioni derivano da 5 stati emotivi fondamentali:
- Felicità
- Tristezza
- Rabbia
- Paura
- Vergogna
Tutto ciò che viviamo nella nostra vita quotidiana, che sia nel lavoro, con gli amici, in famiglia o in amore, ci induce a provare un diverso livello di intensità di una di queste emozioni.
Intelligenza emotiva e assertività
La capacità di comunicare chiaramente le proprie emozioni senza offendere viene chiamata assertività ed è una componente fondamentale dell’intelligenza emotiva.
Senza assertività si rischia di proiettare le proprie emozioni sugli altri e persino di arrivare a perdere il controllo delle proprie parole e azioni.
Per fare un esempio, una persona insicura in amore ha paura di essere abbandonata, ma scambia l’ansia per insoddisfazione e se la prende con il partner senza apparente motivo (diventando geloso e facilmente infastidito).
Da qui nasce una serie di liti che inquinano la serenità della coppia e inaspriscono il rapporto.
Ammettere a sé stessi di essere spaventati, infelici o mortificati ci consente di provare a capire come usare questa emozione per cambiare le circostanze interne ed esterne.
Rispetto al rapporto con gli altri, invece, la verità su quello che proviamo avrà un effetto liberatorio e ci aiuterà ad avvicinarci di più a chi amiamo.
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Intelligenza emotiva e gli eventi “grilletto”
Alcune esperienze producono emozioni che riusciamo a riconoscere immediatamente, mentre altre sembrano non avere nessun impatto.
L’evento che scatena una reazione emotiva viene chiamato “trigger” che letteralmente vuol dire “grilletto” (la causa dell’esplosione dell’emozione).
La reazione a determinati trigger dipende in gran parte dalla nostra storia personale e dalla nostra infanzia.
Come nel caso di prima, alcune persone hanno un inconscio terrore di essere abbandonate, così reagiscono irrazionalmente ogni volta che un qualsiasi evento (come la non-risposta a un messaggio) gli ricorda di questa eventualità.
Altre sono eccessivamente sensibili alle ingiustizie e si indignano senza dare il beneficio del dubbio o provare a valutare meglio una situazione.
Quando si lavora sull’intelligenza emotiva si acquista la capacità di riconoscere gli eventi grilletto così da poter controllare le emozioni sul nascere.
Con questo non si sta dicendo che si diventa completamente razionali e privi di emotività.
Semplicemente, la persone emotivamente intelligenti hanno la libertà di scegliere come reagire a un determinato trigger.
Possono decidere di seguire il corso d’azione dettato dal centro emotivo o andare per la via più razionale.
La cosa essenziale è che grazie all’intelligenza emotiva smetteranno di essere schiave dell’impulsività.
L’impatto dell’intelligenza emotiva nel lavoro
Lavorare sulla propria intelligenza emotiva conviene non solo in termini di miglior benessere mentale e qualità della vita, ma anche in termini di performance nel lavoro.
Si stima infatti che l’intelligenza emotiva sia responsabile per il 58% della prestazione lavorativa in tutti i tipi di lavoro e che sia il più grande fattore di supporto alla leadership ed eccellenza personale.
Inoltre, secondo gli esperti, si tratta di una qualità indispensabile per la carriera, ancora più importante di un alto quoziente intellettivo.
Aiuta a gestire meglio lo stress e le relazioni nell’ambiente lavorativo, e favorisce l’acquisizione delle soft skills tanto necessarie a svolgere meglio le proprie mansioni.
Le 4 abilità dell’intelligenza emotiva
Ma andiamo più a fondo.
In cosa consiste esattamente l’intelligenza emotiva?
Per cominciare, essa è composta da due competenze principali:
- COMPETENZE PERSONALI
- COMPETENZE SOCIALI
Le competenze personali sono la consapevolezza di sé e l’autocontrollo, che includono l’abilità di riconoscere le proprie emozioni e controllare il proprio comportamento.
Le competenze sociali sono la consapevolezza sociale e la gestione delle relazioni interpersonali, in cui c’è anche la capacità di comprendere gli umori, le motivazioni e i comportamenti degli altri.
1. Consapevolezza di sé
La consapevolezza è un’abilità fondamentale per l’intelligenza emotiva in quanto da essa dipendono anche le altre competenze.
In sostanza, essere consapevoli significa conoscere la propria natura, le motivazioni e tendenze, nonché gli eventi che scatenano le nostre reazioni emotive.
Non si tratta dunque di scoprire degli oscuri segreti o traumi inconsci, ma piuttosto di sviluppare una chiara visione delle nostre potenzialità e dei nostri punti deboli.
Quando siamo consapevoli abbiamo più possibilità di rincorrere le giuste opportunità, sfruttare al meglio i nostri talenti ed evitare che emozioni come la paura ci impediscano di trovare il senso della nostra vita.
2. Autocontrollo
Se la consapevolezza ha a che fare con quello che sappiamo di noi stessi, l’autocontrollo è direttamente correlato al modo in cui utilizziamo questo sapere per dirigere il nostro comportamento.
Come dice il vecchio detto, sapere e non agire equivale a non sapere.
Se dunque conosciamo la nostra tendenza verso l’invidia o il rancore e non facciamo nulla per contrastarli quando sorgono è come se non ne fossimo consapevoli affatto.
Chi è in grado di controllarsi riconosce l’emergere di un’emozione negativa e riesce a usare il pensiero razionale per convincere sé stesso a non dire o fare ciò che l’emozione stessa spingerebbe a dire o fare.
3. Consapevolezza sociale
La consapevolezza sociale è l’abilità di percepire accuratamente gli stati emotivi di altre persone e capire con esattezza cosa gli sta accadendo.
Ciò implica anche la capacità di comprendere cosa sentono e pensano anche quando non lo condividiamo o la pensiamo allo stesso modo.
Gli elementi principali della consapevolezza sociale sono l’ascolto e l’osservazione.
Chi sa ascoltare e osservare sa spostare la sua attenzione dai propri pensieri a quelli degli altri.
In altre parole, sa cambiare prospettiva e mettersi nei loro panni così da poter essere più comprensivo e calmo.
4. Gestione delle relazioni interpersonali
Milioni di persone al giorno d’oggi ignorano l’impatto che il loro comportamento ha sugli altri.
Capita spessissimo di interagire nella vita e sui social con chi ha poca empatia, con chi mette i propri bisogni davanti al resto o con chi denigra e manca di rispetto.
La capacità di gestire le relazioni interpersonali serve proprio a costruire un mondo più pacifico e delle relazioni più sane.
Chi ha poca intelligenza emotiva tende a fare due scelte nei momenti di scontro: evitare il confronto diretto o rispondere alle provocazioni in maniera passivo-aggressiva.
A casa o in ufficio entra in disaccordo con gli altri e quando non sa gestire la propria rabbia sceglie di sfogarla su di loro.
Chi è dotato di intelligenza emotiva, invece, sa evitare di cedere alla tentazione di attaccare ed è guidato dalla motivazione di comprendere l’altro piuttosto che sconfiggerlo o umiliarlo.
5 cose che le persone con intelligenza emotiva non fanno
Le persone che hanno intelligenza emotiva sono particolarmente sensibili, coscienti e attente.
Fanno parte di quel tipo di persone con cui è facile avere a che fare e chi ti ispirano fiducia.
A differenza di coloro che hanno un basso QE ci sono alcune cose che non fanno, per esempio:
1. Non criticano o giudicano gli altri
Il criticismo fine a se stesso è una forma di auto-condanna perché, come diceva l’arcivescovo Fulton Sheen, proviamo a raddrizzare le foto dei nostri muri dicendo ai nostri vicini che le loro sono storte.
2. Non si preoccupano per il futuro
Pre-occuparsi vuol dire letteralmente occuparsi prima del tempo, ed è un’attività nociva in quanto non risolve i problemi di domani ma depriva oggi della sua gioia.
3. Non rimuginano sul passato
Come dice Dostoyevsky pensare troppo è una malattia, che ci inquina la mente e ci impedisce di voltare lo sguardo alla realtà che abbiamo davanti gli occhi.
4. Non mantengono aspettative irrealistiche
Le aspettative irrealistiche sono una delle motivazioni principali per cui la gente non riesce a essere felice. Che siano di nostra creazione o imposte dagli altri, aspettative del genere semplicemente ci rendono cechi a nostri stessi reali bisogni.
5. Non danno la responsabilità delle loro azioni alle emozioni
Infine, coloro che hanno intelligenza emotiva si assumono la responsabilità delle proprie azioni e dei loro sbagli.
Non si nascondono dietro a un dito dicendo frasi del tipo “non posso farci nulla se sono fatto così” o “non ci ho visto più dalla rabbia”.
In altre parole, non incolpano le emozioni per quello che gli accade, perché sanno che non sono queste a controllare noi, ma viceversa.
L’intelligenza emotiva si può allenare
Abbiamo detto all’inizio che l’intelligenza emotiva riguarda la comunicazione tra il centro emotivo del nostro cervello e il centro razionale.
Quello che non abbiamo accennato è che più questa comunicazione viene allenata e più si potrà sviluppare il “muscolo” dell’intelligenza emotiva.
Il nostro cervello infatti è flessibile e altamente malleabile, e può per questo diventare più forte, cioè imparare a modificare le proprie reazioni automatiche a determinati stimoli.
Ciò equivale letteralmente a costruire massa muscolare attraverso il sollevamento pesi.
Ma mentre l’allenamento fisico equivale all’aumento di muscoli, l’allenamento mentale dell’intelligenza emotiva equivale all’aumento di consapevolezza, autocontrollo e capacità di gestione delle relazioni.
I benefici di sviluppare l’intelligenza emotiva
I benefici di questo allenamento sono indiscutibili e comprovati.
Oltre all’impatto sulla performance nel lavoro chi è in grado di sviluppare la propria intelligenza emotiva può:
- essere un miglior leader;
- avere relazioni familiari e sentimentali più complete e soddisfacenti;
- prendere decisioni più sensate;
- riconoscere meglio le persone con cui collaborare o di cui fidarsi;
- scegliere con più accuratezza le giuste opportunità da seguire;
- godere di un maggior benessere e di una maggior positività;
- avere un livello più elevato di autostima e fiducia in se stessi;
- trovare la forza di sconfiggere dipendenze come quella dalle sigarette, dalle droghe o dal cellulare.
Come sviluppare l’intelligenza emotiva
Ci sono diversi modi di migliorare la propria intelligenza emotiva, dal life coaching ai viaggi, dalla terapia cognitivo-comportamentale alla lettura di romanzi o libri di psicologia positiva.
In sostanza, tutto ciò che può ampliare i nostri orizzonti e la nostra apertura mentale ci può aiutare a migliorare le competenze personali e interpersonali.
Se però si vuole provare un metodo più strutturato, uno molto valido è quello proposto dal libro Intelligenza emotiva 2.0, di Travis Bradberry e Jean Greaves.
Intelligenza emotiva 2.0 rivela il rivoluzionario programma della TalentSmart, studiato per aiutare le persone a identificare le loro capacità personali e interpersonali, e a trasformarle in punti di forza nel perseguimento dei loro obiettivi.
Si tratta di collaudate strategie pratiche, considerate estremamente efficaci dai massimi dirigenti di aziende di tutto il mondo, e frutto di oltre un decennio di ricerca.
Il test dell’intelligenza emotiva
Il primo step dell’allenamento è capire come funziona il test dell’intelligenza emotiva e trovare quello più adatto a noi per individuare accuratamente le competenze su cui lavorare.
Si può scegliere di fare un test autonomo (auto-valutazione) o contattare professionisti del settore (come Six Seconds) per una valutazione più accurata.
Su questo blog è disponibile un test che è stato creato prendendo spunto da quattro diversi questionari di intelligenza emotiva, contiene 40 domande e ci vogliono meno di 10 minuti per completarlo.
VAI AL TESTL’allenamento delle 4 competenze
Quando si finisce il test appariranno dei risultati relativi al livello di competenza nelle quattro aree di intelligenza emotiva.
Per iniziare l’allenamento si parte dalle abilità in cui si è ottenuto il risultato peggiore, e lo si può fare leggendo le strategie previste dal programma di TalentSmart:
- 15 Strategie per migliorare la consapevolezza di sé
- 15 Strategie per migliorare l’autocontrollo
- 15 Strategie per migliorare la consapevolezza sociale
- 15 Strategie per migliorare le relazioni interpersonali
Il programma prevede la scelta di 3 strategie per ogni area. Dopodiché ci si dovrebbe dedicare all’utilizzo di queste strategie nella nostra vita quotidiana e al monitoraggio di come il nostro comportamento cambia grazie ad esse.
3 libri sull’intelligenza emotiva
1.Intelligenza emotiva di Daniel Goleman
Con il suo lavoro, Goleman ha messo a fuoco per la prima volta l’importanza delle componenti emotive anche nelle funzioni più razionali del pensiero.
Per lui l’intelligenza emotiva è una capacità insita in ognuno di noi, che può essere sviluppata, perfezionata e trasmessa per migliorare il proprio rapporto con sé, con gli altri e con le realtà che viviamo ogni giorno.
Con una scrittura accattivante e scorrevole, Goleman ci mostra la via per ottenere sempre il massimo da noi stessi.
Formato Kindle 7,99€2. Intelligenza emotiva di Giulia Nobili
Per la maggior parte delle persone le emozioni restano ancora un mistero.
Come se le emozioni fossero forze oscure che hanno il potere di impossessarsi di noi e guidare il nostro comportamento indipendentemente dal nostro volere.
Per fortuna, però, non è così.
In questo libro Giulia Nobili spiega come governare i meccanismi che regolano le emozioni per esprimere al meglio il proprio potenziale.
Formato Kindle 3,99€3. Intelligenza emotiva per un figlio
Psicologo noto in tutto il mondo per i suoi studi sul ruolo delle emozioni nella crescita e nel rapporto tra genitori e figli, John Gottman mostra in questo libro come i genitori possono diventare dei bravi “allenatori emotivi”.
Servendosi di test, esercizi ed esempi tratti dalla vita quotidiana, l’autore ci insegna a riconoscere le emozioni dei figli, a comprendere le ragioni alla base dei loro comportamenti e a guidarli verso uno sviluppo autonomo delle proprie idee e dei propri talenti.
Formato Kindle 6,99€